Giornata della Memoria, le parole del sindaco di Itri

Il sindaco di Itri Antonio Fargiorgio con una riflessione lasciata ai social ha voluto onorare la Giornata della Memoria.

“Come ogni anno – ha spiegato il primo cittadino itrano – il 27 gennaio ritorna la Giornata della Memoria.
Guai però se, in questo suo ciclico ripetersi, la ricorrenza perdesse quel fondamentale, irrinunciabile, intrinseco proprio significato, che la rende qualcosa di unico, nel percorso di formazione e, soprattutto, di mantenimento della memoria storica collettiva.
Il periodo che viviamo non ha reso possibile quest’anno organizzare eventi, dibattiti, incontri.
Ritengo comunque utile che tutti trovino il tempo per una breve riflessione su questa enorme tragedia dell’Umanità, per evitare che se ne possa stemperare il ricordo man mano che i suoi testimoni diretti passano a miglior vita.
Ho già avuto modo di sottolineare negli anni scorsi come il nostro Paese abbia istituzionalizzato questa giornata ben 5 anni prima dell’ONU, a dimostrazione di una sensibilità spiccata verso la vicenda. La Shoah, un genocidio non qualunque, ma organizzato e razionalizzato con l’utilizzo della tecnologia e dei mezzi più avanzati del tempo con il deliberato intento di decimare, annientare un intero popolo ma anche categorie di persone ritenute indesiderabili: minoranze etniche (rom, sinti e jenisch) gruppi religiosi (testimoni di Geova e pentecostali), omosessuali e portatori di handicap mentali o fisici
Non è un buon esercizio quello di stilare classifiche tra eventi e stermini che hanno, tutti, egualmente prodotto vittime e dolori. Non esistono tragedie di serie A ed altre di serie B. Da ognuna bisogna saper imparare per non ricadere, mai più, negli stessi errori, che tante sofferenze hanno prodotto.
Da qui, il mio pensiero alle giovani nostre generazioni. L’epidemia da Covid19 non ha consentito di organizzare il viaggio della Memoria, che ogni anno l’Amministrazione Comunale e l’Istituto scolastico comprensivo di Itri hanno supportato finanziariamente; auspico vivamente, tuttavia, che nelle nostre classi si trovi il tempo ed il modo perché l’evento sia ricordato, perché i ragazzi comprendano appieno l’atrocità di quelle vicende ed acquisiscano la consapevolezza dell’irrinunciabilità ed inviolabilità dei fondamentali diritti dell’uomo.
Lo dobbiamo, assolutamente, come atto di rispetto verso le vittime – ha concluso Fargiorgio – e per dare un senso concreto al vecchio adagio, secondo cui la Storia è maestra di vita.”