Annullato il sequestro di un milione e mezzo di euro disposto per sei commercialisti e avvocati indagati nell’inchiesta sull’hotel “Il Guscio” di Terracina.
Secondo gli inquirenti, alcuni professionisti impegnati per conto del Tribunale nella procedura concorsuale relativa alla struttura ricettiva, che dovevano dunque garantire tanto gli imprenditori coinvolti quanto i creditori, si sarebbero accordati con altri colleghi per svuotare la società in crisi e garantirsi un grande quanto illecito affare.
Il gip, avallando tale tesi, dopo due anni di indagini portate avanti dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Latina, ha vietato per un anno l’esercizio della professione a cinque commercialisti, un avvocato e un consulente del lavoro, tutti indagati per il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente nell’ambito di procedure fallimentari e trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita.
Lo stesso giudice per le indagini preliminari ha inoltre emesso un decreto di sequestro preventivo del valore di un milione e mezzo di euro, da bloccare sui conti degli indagati e, nel caso il denaro non bastasse, mettendo i sigilli a proprietà immobiliari degli stessi.
Un’ordinanza emessa a carico dell’avvocato Luca Maria Pietrosanti, che da qualche tempo ha trasferito larga parte della sua attività professionale a Roma e che in passato si è occupato dell’assistenza legale dei principali gruppi imprenditoriali per cui il Tribunale di Latina ha dichiarato il fallimento e la Procura ha ipotizzato bancarotte milionarie, da Midal al gruppo Veneruso, fino al gruppo Rizzardi, dei commercialisti Massimo Mastrogiacomo, ex presidente dell’Ordine dei commercialisti di Latina, a cui in passato il Tribunale ha affidato delicati incarichi e che con la sua denuncia fece decollare il cosiddetto “caso Lollo”, Alberto Palliccia, già indagato per bancarotta dopo il crac dei Cantieri Navali Rizzardi, Luigi Buttafuoco, Aldo e Simone Manenti, e il consulente del lavoro Roberto Manenti.
Il sequestro però, accogliendo i ricorsi di Buttafuoco, i tre Manenti, Pietrosanti e della moglie di quest’ultimo, Simona Vescovo, è stato annullato.