Ricorso della Provincia di Latina contro il “piano rom” di Roma Capitale.
La sindaca Virginia Raggi sta cercando una sistemazione per i rom, i sinti e i caminanti dei campi di Castel Romano, Candoni, Salviati 1 e 2, Monachina, Lombroso, La Barbuta, Salone e Giordano e con la gara pubblicata alla fine dello scorso anno punta a trovare loro un tetto anche fuori dalla provincia di Roma.
Il bando di gara è diviso in tre lotti, per un totale di quasi 1,8 milioni di euro.
Il primo lotto comprende il territorio dei Municipi I, II, III, IV, V di Roma e l’area regionale Rieti-Tivoli, il secondo i Municipi VI, VII, VIII, IX, X di Roma e l’area regionale Latina-Frosinone e il terzo i municipi XI, XII, XIII, XIV, XV e l’area regionale Civitavecchia-Viterbo.
Una scelta che ha fatto infuriare soprattutto le destre.
“Una cosa assurda, un disperato tentativo dell’amministrazione Raggi di scaricare sulle altre province del Lazio la propria incapacità di gestire l’emergenza rom”, ha dichiarato tra gli altri il vice portavoce regionale di Fratelli d’Italia, il pontino Enrico Tiero.
Ma a passare alle vie legali è stato il presidente della Provincia di Latina, il dem Carlo Medici.
Quel “servizio sperimentale di accoglienza diffusa” per rom, sinti e caminanti, della durata di 24 mesi, non convince il numero uno dell’ente di via Costa.
L’esponente del Pd, nell’ordinanza con cui ha affidato a un legale, l’avvocato Gianluca Piccinni, l’incarico di impugnare il bando di Roma Capitale al Tar del Lazio, ha specificato che “da una disamina del suddetto bando e dei suoi allegati sono emersi elementi che inducono a ritenere tali atti di gara viziati e lesivi degli interessi della Provincia di Latina quale ente esponenziale della propria collettività e del proprio territorio nei riguardi del quale, in assenza di qualsivoglia coinvolgimento, il progetto di cui al bando è destinato ad impattare”.