Tutti a giudizio gli otto imputati per le migliaia di dischetti di plastica, i cosiddetti carrier, che due anni fa hanno invaso le spiagge, a partire da quelle pontine.
In base alle indagini svolte dalla Procura di Salerno, a provocare la grave forma d’inquinamento sarebbe stato un malfunzionamento del depuratore di Varolato, nel Comune di Capaccio Paestum, che fece finire in mare oltre 130 milioni di filtri.
Una vicenda per cui il sostituto procuratore Marinella Guglielmotti ha chiesto e ottenuto otto rinvii a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Salerno, Vincenzo Pellegrino.
A dover affrontare un processo, accusati di disastro ambientale e inquinamento doloso in concorso, sono gli ingegneri del Comune di Paestum, Carmine Greco e Gianvito Bello, Gerardo De Rosa e Angelo Corradino, ex amministratore unico ed ex direttore tecnico dell’azienda speciale “Paistom”, Antonino Fiore, direttore dei lavori dell’impianto, Giuseppe Iodice, collaudatore, e Guido Turconi ed Elio Bardone, il primo legale rappresentante il secondo direttore dei lavori della Veolia Water Tecnologies spa, che si era aggiudicata i lavori di adeguamento e ripristino del depuratore.
Accolte inoltre le richieste di costituzione di parte civile delle associazioni nazionali Legambiente, Wwf e Codacons, del Comune di Formia e del Comune di Latina.