Esondazione del Pontone, in 8 anni neppure la verità giudiziaria

Sono trascorsi otto anni dall’esondazione del torrente Pontone, al confine tra Formia e Gaeta, e dalla morte dell’anziana Concetta Gigliano, di 86 anni, travolta dalla furia dell’acqua.

Nello scorso fine settimana, nonostante quel dramma, il torrente ha rotto nuovamente gli argini ed è tornato a devastare abitazioni e aziende.


Questa volta a rischiare la vita è stato il marito dell’86enne.

Otto anni non sono bastati a mettere in sicurezza la località Canzatora e neppure ad avere una verità giudiziaria.

Il caso del 2012, da tempo sparito dalle cronache, è infatti finito senza un processo.

Al termine delle indagini portate avanti dal sostituto procuratore Gregorio Capasso, venne chiesto il rinvio a giudizio dell’allora sindaco di Formia, Michele Forte, con l’accusa di omicidio colposo.

Prima che potesse celebrarsi l’udienza preliminare, però, il primo cittadino è deceduto e un giudizio in cui far luce sulla tragedia, sulle possibili omissioni per quelle devastanti esondazioni, costate appunto anche la vita a un’anziana, non c’è così stato.

Il marito di Cnocetta Gigliano ha citato a giudizio, in sede civile, il Comune di Formia e la Regione Lazio, ma dal Tribunale regionale delle acque pubbliche ancora non è arrivato alcun pronunciamento.

E il Pontone è tornato a mettere in ginocchio le famiglie della zona, rischiando di tornare a uccidere.