Dirty Glass, confermati i gravi indizi di colpevolezza per Cifra

Per il Riesame sussistono i gravi indizi a carico dell’imprenditore Franco Cifra, indagato nell’inchiesta Dirty Glass, ma non ci sono ragioni per privarlo della libertà.

Queste le motivazioni con cui i giudici del Tribunale della libertà hanno chiarito la scelta di accogliere il ricorso del 61enne di Latina e di annullare la misura cautelare con cui era stato messo agli arresti domiciliari.


Cifra è accusato di aver favorito l’organizzazione mafiosa dei Di Silvio di Campo Boario, emettendo una fattura fasulla per un’azienda di Luciano Iannotta e consegnando denaro contante a Renato Pugliese e Agostino Riccardo.

Il Riesame, presieduto dal giudice Cinzia Parasporo, ha specificato che l’inchiesta “Dirty Glass”, relativa al presunto sistema criminale messo in piedi dall’imprenditore Luciano Iannotta, tra riciclaggio, reati societari ed estorsioni, “ha consentito di fare luce su numerosi episodi delittuosi realizzati nell’ambito delle variegate attività facenti capo all’imprenditore di Sonnino”.

Il Tribunale ha quindi sostenuto che è stato svelato “un quadro di illiceità, permettendo di ricostruire varie operazioni connotate dal ricorso all’illecito come ordinaria modalità operativa funzionale al conseguimento di profitti illeciti”.

Per quanto riguarda poi la fattura fatta da Cifra a Pugliese e Riccardo, i giudici ritengono “poco verosimile”, come sostenuto dall’indagato, che quest’ultimo si sia “prestato ad emettere la falsa fattura nei confronti dello Iannotta senza avere dai due frequentatori del bar precise informazioni circa il motivo del coinvolgimento di Iannotta nell’operazione”.

Confermati dunque i gravi indizi di colpevolezza relativamente al reato contestato di favoreggiamento, avendo Cifra “fornito un aiuto concreto a Riccardo e Pugliese emettendo una falsa fattura per un’operazione oggettivamente inesistente, con la precisa consapevolezza di aiutare i due predetti ad assicurarsi il prezzo del reato di estorsione”.

Ma nessuna esigenza cautelare.

Secondo il Riesame infatti nessun rischio di inquinamento probatorio o di recidiva da parte dell’indagato.

Nessun rischio anche considerando il presunto affidamento a Riccardo dell’incarico di recuperare un credito nei confronti del “giardiniere” Morelli, di cui hanno parlato i due, trattandosi di una vicenda del 2016.