“Abbiamo letto vari commenti relativi all’udienza del 10 novembre scorso ed allora ci permettiamo di pubblicare anche la nostra riflessione con la piena consapevolezza che la stessa avrà una delimitazione risultante anche dalla sintesi delle plurime visioni che, nelle varie fasi del procedimento sin qui svolte, si sono avute dell’ipotesi di accusa, delle posizioni di volta in volta raggiunte, di quelle che restano accettabili o tali da offrire un valido contributo alla decisione, delle altre di cui risulta, invece, consigliabile il rifiuto o il riesame per migliori controlli. Ed, allora, iniziamo subito con il dire che, per quanto riguarda l’ipotesi formulata a nostro carico, la narrazione offerta in aula da Pugliese, anche in esito alle verifiche del duro controesame della difesa, così come testimoniato dalla reazione del Pugliese stesso, lascia sul tappeto, a disposizione di ulteriori verifiche, un dato importante: non vi è stata violenza, né vi sono stati attriti durante la campagna elettorale del 2016 a Terracina. Campagna elettorale alla quale la Signora Gina Cetrone non era più interessata. In tale contesto, dunque, è stato estremamente utile il contributo dato personalmente dalla Signora Gina Cetrone: prova ne sia che Pugliese non ha opposto nulla in ordine al contenuto di tale contributo. Perché nulla poteva e doveva opporre”.
Questo quanto dichiara in una nota l’avvocato Lorenzo Magnarelli, difensore dell’ex consigliera regionale Gina Cetrone, imputata nel processo denominato Scheggia insieme all’ex marito Umberto Pagliaroli e a tre esponenti del clan Di Silvio, Armando, Samuele e Gianluca Di Silvio, con l’accusa di aver ingaggiato la famiglia di origine nomade per compiere estorsioni e per gestirle parte della campagna elettorale del 2016 in occasione delle amministrative a Terracina.
Il 10 novembre, davanti al Tribunale di Latina, è stato esaminato il pentito Renato Pugliese, che ha parlato dell’organizzazione del clan Di Silvio e della campagna elettorale a Terracina, sostenendo di essersene occupato insieme al pentito Agostino Riccardo e di essere stato pagato da Pagliaroli per attaccare e non far coprire i manifesti della Cetrone e per la compravendita di voti.
Prossima udienza il 19 gennaio.