Confermate le condanne per gli imputati nel cosiddetto “caso Lollo”, il sistema corruttivo messo in piedi attorno alla sezione fallimentare del Tribunale di Latina e portato alla luce dalle indagini svolte dalla squadra mobile, culminate nel 2015 con l’arresto dello stesso ormai ex giudice Antonio Lollo.
La Corte d’Appello di Perugia ha respinto i ricorsi e avallato le condanne emesse in primo grado a due anni e mezzo di reclusione per l’architetto Fausto Filigenzi e a due anni di reclusione per l’avvocato Luigi Fioretti.
Confermata inoltre la condanna per il finanziere Roberto Menduti, che ha ottenuto però uno sconto di pena, passata da un anno e due mesi a soli sei mesi di reclusione.
Messo in carcere e dopo breve tempo ai domiciliari, l’ex giudice Lollo intraprese subito la strada della collaborazione con gli inquirenti, confermando le accuse formulate dalla Procura di Perugia, partendo dal patto corruttivo stretto con avvocati e commercialisti, garanzia di affari attorno alle procedure concorsuali e a tutto danno di aziende e creditori, con professionisti nominati e pagati il più possibile perché sempre pronti a dare parte di quelle somme al magistrato che era diventato la loro fortuna.
Lollo dichiarò di “aver sostanzialmente venduto” la sua “funzione di giudice delegato nelle procedure concorsuali e/o incarichi collegati presso il Tribunale di Latina da due anni a questa parte”.
Ancora: “Io affidavo stabilmente incarichi a questi professionisti in cambio di denaro o altre utilità”.
Infine, arrivato il momento del processo, scelse di patteggiare e ottenne un patteggiamento a tre anni e mezzo di reclusione.
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Perugia, Piercarlo Frabotta, lo scorso anno, oltre a condannare Filigenzi, confiscandogli oltre 174mila euro, Fioretti, confiscandogli 25mila euro, e Menduti, accusato di essere la “talpa” che dalla Procura di Latina faceva soffiate a Lollo sulle indagini in corso, accolse cinque richieste di patteggiamento.
Il giudice accordò quindi un patteggiamento a tre anni e otto mesi di reclusione per il commercialista Massimo Gatto, a tre anni e tre mesi per il commercialista Marco Viola, a tre anni per il commercialista Vittorio Genco, a un anno e mezzo per Antonia Lusena, moglie dell’ex giudice, e a un anno e quattro mesi per Angela Sciarretta, suocera dell’ex magistrato, accusate di collaborare nel sistema di illeciti.
Assolti invece il commercialista Andrea Lauri, l’avvocato Vincenzo Manciocchi e il finanziere Franco Pellecchia.
Vennero infine rinviati a giudizio il commercialista Marco Rini e l’imprenditore Gianluca Abbenda.