Era l’11 febbraio del 2012 quando la Polizia di Stato del Commissariato di Formia rinveniva esanime il corpo di un giovane 29enne di Formia presso la “Temperina” di Formia, in Via del Macello presso l’ex mattatoio all’interno dell’ex stabilimento D’Agostino di Formia.
La causa del decesso, all’esito delle perizie disposte dalla Procura della Repubblica di Latina, fu un’overdose di cocaina ed eroina, mix rivelatosi letale. Subito la Polizia di Stato diede il via ad una serie di accertamenti, perquisizioni ed indagini, nonché al sequestro di una scheda telefonica ed un cellulare in possesso di un pluripregiudicato per vari reati di spaccio residente in zona e che, per ultimo, sentì al telefono il giovane poi trovato esanime.
Questo ed altri elementi indiziari portarono il Pubblico Ministero della Procura di Latina, Dottoressa Raffaela Falcione, a richiedere ed ottenere il rinvio a giudizio del pregiudicato formiano, titolare di un’avviata attività commerciale. “Labili indizi e presunzioni prive di ogni fondamento” per il difensore dell’imputato, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, che si è opposto invece alla richiesta di condanna avanzata in aula dalla Procura al Giudice del Tribunale di Latina, Dottoressa Bernabei, evidenziando l’assenza di prove certe a carico del proprio assistito.
Dopo un’ora di camera consiglio il Magistrato, dopo quasi 10 anni di attività dibattimentale, ha pronunciato sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto accogliendo le richieste assolutorie della difesa.