Decreto ristori, l’affondo del senatore di FdI Calandrini

Nicola Calandrini

“Il decreto ristori, come tutte le misure prese finora da questo governo per contrastare l’emergenza Covid, è un tampone ma non una soluzione all’emergenza. Il Dpcm del 24 ottobre ha gettato nella disperazione migliaia di imprese già stremate dal primo periodo di lockdown. A loro il governo si limita a dare un contributo a fondo perduto di un importo decisamente contenuto rispetto alle perdite di fatturato.

Ma, al di là del contributo, le imprese chiedono di essere messe nella condizione di sopravvivere, e il bonus in questo senso è un aiuto decisamente limitato e di breve durata. C’è bisogno di interventi strutturali per aiutare le aziende. Fratelli d’Italia ha le idee chiare: bisogna intervenire sui costi fissi che purtroppo gli imprenditori devono fronteggiare comunque, anche se chiusi.


Pensiamo ai canoni di locazione, mutui, leasing, utenze, tasse. Tenere conto anche di questi aspetti darebbe a molte aziende la possibilità di respirare e di guardare con maggiore speranza alla fine dell’emergenza e alla riapertura della loro attività. Al contrario, molte aziende si vedrebbero costrette a chiudere per l’impossibilità di far fronte agli stessi costi in un periodo di zero incassi.

Devo constatare, inoltre, che il governo ha dimenticato le aziende che non sono state chiuse per decreto ma che facevano parte dell’indotto di quelle colpite dalle restrizioni dell’ultimo DPCM. Anche per loro vanno previsti aiuti e ristori. Fratelli d’Italia nei lavori di conversione del decreto, come sempre sarà collaborativa e avanzerà le sue proposte, con la speranza che non siano cestinate come le altre migliaia che abbiamo presentato da quando è iniziata l’emergenza. Il governo impari ad ascoltare: in questi mesi ha agito sempre da solo e le disastrose conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”. Lo dichiara il senatore Nicola Calandrini, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Bilancio