Piano daini del Parco del Circeo e veleni sui social, cinque indagati

A otto mesi di distanza dalle forti polemiche sul piano del Parco Nazionale del Circeo per ridurre il numero di daini nella foresta demaniale di Sabaudia, cinque tra i principali autori della protesta, che aveva portato anche a creare un gruppo Facebook, sono stati indagati per diffamazione.

A portare il sostituto procuratore Giuseppe Miliano ad aprire un’inchiesta è stata la denuncia presentata a febbraio dall’Ente che gestisce l’area protetta.


I toni sui social erano stati pesanti.

E tra gli attuali indagati, tutti di Sabaudia e Ponza, c’è l’ex sindaco dell’isola lunata, Piero Vigorelli, che aveva sollevato il caso degli abbattimenti degli ungulati.

La polizia postale sta indagando e, analizzando quanto pubblicato su Facebook in quei giorni, il numero degli indagati potrebbe aumentare.

Dopo le polemiche socal, al Parco arrivò anche Jimmy Ghione e Striscia la Notizia, vennero fatte delle manifestazioni a difesa degli animali e la deputata azzurra Michela Vittoria Brambilla presentò un’interrogazione.

Il direttivo dell’Ente decise alla fine decise di presentare una querela, specificando che non si trattava “di una censura contro chi legittimamente esercita il diritto di critica”, ma al contrario di “un atto a garanzia di chi intende manifestare dissenso circa l’operato del Parco, in maniera però costruttiva e rispettoso di un ente che rappresenta lo Stato italiano ed una missione importante sul territorio”.

Ancora: “Non è più tollerabile che qualcuno utilizzi il diritto di critica ed il Piano Daini per creare volontariamente ostilità, per sobillare gli animi di animalisti, ambientalisti o semplici supporters, vanificando l’attività di inclusione e gli sforzi che l’Ente sta faticosamente affrontando da alcuni anni non senza positivi risultati gestionali”.

Venne inoltre specificato che il direttivo dell’Ente riteneva alcuni post particolarmente gravi “perché avanzano addirittura ipotesi di reato specifiche a carico del Parco e dei suoi Organi”.

Ora l’inchiesta e i cinque indagati.