Dice Tiresia, De Luca e il mito tra Ponza e il resto del Mediterraneo

Riceviamo dal poeta e scrittore ponzese Antonio De Luca e volentieri pubblichiamo

Dice Tiresia


Tiresia

Chi sei tu? Da quale terra generato…

Da dove arrivi, dimmi il tuo nome? 1

Poeta

dove la legge solo

è la notte e il giorno

è la tempesta e il sole

è le stagioni e la passione

dove la legge

è il limite e il possibile

e nessun dio è punitore

la selvaggia bellezza

il vivere la magnificenza

dove l’amore si fa arte

una musa nascosta

mi ha fatto eremita

tra l’arcano oscillare

dei fili d’erba

e il bianco dell’onda

sopra

una terra sorgiva

tra gli scogli

pietre del verbo

dal diritto divino

il mio nome è ancora Nessuno

Tiresia

Che fai lì? È il volere di un Dio? Cosa hai potuto fare?

Quale Ade hai visitato?

Poeta

È la terra

che muta la sorte

l’imprevisto e l’inaspettato

la rivolta e l’assurdo

l’essenziale della vita

l’Irraggiungibile

il coraggio e la sconfitta

la speranza

e la disperazione

qui parlo

solo con le brave persone

i sogni e le illusioni

il destino qualsiasi

mi è amico

ai morti ho scritto versi

e dedicato gli alti pensieri

coi morti parlo

i vivi sono loro i realmente morti

che nulla più hanno da dire

al dolore della mancanza

ho avuto lacrime

a purificare il viso e gli occhi

e sempre ho accolto lo straniero

la casa ho aperto alle Muse

e la porta non ha chiavi

Tiresia

è quella la terra al confine dell’isola di Circe

maga che trattiene il forestiero,

assetata d’amore

e che tutto dagli uomini vuole

per la sua eterna solitudine

Poeta

gli dei

sono andati via

il mito mi racconta

il loro esilio

ho nostalgia di loro

cosa sarebbero loro

senza di noi mortali

e noi di loro

nella bassa marea

delle sacre scogliere

sono impegnato

a nascere e sparire

e ancora a nascere

e amare e a sperare

quando un poeta si innamora

è il Dio che ama

ma è anche un Dio fallibile

il Mito che svela

l’istante

è eternità

la solitudine di Circe

è la solitudine degli uomini

l’uomo è nato solo

e tale rimane lungo la vita

nella sua miseria

sicché conviene

stare tra le braccia di una donna amata

dopo il tanto vagare

qui dove il silenzio domina

è l’unica salvezza

Tiresia

Qui passò Ulisse disperso da Troia

per volere degli Dei

ed edificò un cenotafio

forse tu conosci il suo rifugio la sua storia

conosci i suoi dei?

Poeta

ho costruito

una casa simile

a quella del padre Laerte

povera e in disparte

lontana dagli uomini

ho gli ulivi e la vigna

passano le rondini

e cantano le cicale la notte

i passeri

fanno i nidi

davanti casa

e i gechi vivono tra le stanze

le voci che parlano nella casa

sono le voci della casa

Qui

tutto ha la lentezza

del tempo primitivo

della meraviglia

del luogo estremo

ascolto le voci della terra

degli uomini saggi

e la virtù non mi abbandona

ho piantato le rose per una Musa

una biblioteca

come un paradiso deve essere

ci ho messo il dubbio

così all’intelligenza ho dato un nome2

Tiresia

Cosa ti trattiene a stare lì,

non dirmi che ti fermerai in quella terra stregata?

Poeta

Qui ho una via d’uscita

dal tempo

dalla condizione umana

ho la visione del mondo

che vuole essere realtà

qui vive Utopia

tra le maghe la più bella

la strega ultima

qui vive nostalgia

nostalgia è rivolta

Tiresia

Cosa pretendi di vedere da questa poca terra?

Poeta

un veggente, mi ha detto che dal mio villaggio posso vedere quanta terra si vede dall’universo, per questo il mio villaggio è grande come qualsiasi altra terra, perché io sono della dimensione di quello che vedo e non della dimensione di quello che sono, è dentro di noi che un paesaggio ha il paesaggio 3

Tiresia

Non hai nostalgia del tuo navigare

del tuo vedere, il mare e le rotte e le isole,

le paure e le gioie della conoscenza, delle scoperte?

Poeta

Penso ai miei viaggi

li vivo fortemente

spesso

come se stessi

ancora in quei luoghi

questo rifugio

è la mia biblioteca

i libri profumati

gli arnesi del pensiero

qui ho stipato lo stupirsi

la soddisfazione della fatica

il cambiamento del tempo

il timore degli accadimenti

l’entusiasmo dell’attesa l’incontro ogni volta

con la mia musa

la meraviglia dell’etica e della scelta

la nostalgia

già è oggi

ogni luogo abbandonato

resta in attesa

di qualcosa

ed io sono qualcosa

il Nessuno che porta il tempo

Questo

è il non-luogo

che mi porto dal mare

dai naufragi

dai confini della terra

dai confini del pensiero

una chiglia della nave

le mani callose sugli scalmi

a sudare sui remi

a tendere e rattoppare vele

dove i mari si mischiano

e l’uomo nulla può

ripartirò quando una voce

dell’oltre mi chiamerà

dal silenzio delle origini

dalle profondità dell’Io

a camminare ancora

per altre terre

con una Musa

una speranza al mio fianco

tra nomadi gentiluomini

del mediterraneo

di questa vita mortale

Tiresia tu già sai tutto di me

ed io nulla agli Dei devo

e agli uomini diedi dolore

nella passata gioventù

ma da loro ebbi il perdono

per questo non dirmi profezie

che la vita non mi dia

la serena virtù

nel tempo immutabile

io non ho più vendette da consumare

né perdoni da distribuire

la dimenticanza e la lontananza

sono l’unica vendetta

e l’unico perdono 4

Tiresia

Vuoi essere l’uomo della fuga, della sconfitta, non è da te?

Poeta

Ci sono sconfitte

che hanno la dignità

più alta delle vittorie

qual è il limite

tra sconfitta e vittoria?

La fuga è per salvarmi dalla tirannia

lasciami al Fato

e tutti insieme godiamo

i doni di Dioniso e di Afrodite le gioie

Tiresia

chi è quel demone che al tuo pensiero

infonde parole

di virtù?

Poeta

La saggezza sta nel Mito

Tiresia

Se il tuo nome è Nessuno, Itaca ancora ti attende

Poeta

un veggente mi disse:

forestiero sarà lungo il viaggio per Itaca,

augurati più lungo possibile

e mai scompaia dal tuo pensiero il nome,

non affrettare il viaggio.

Forestiero è Itaca la strada che devi percorrere,

il tempo non ti compete.

Itaca è il viaggio. 5

1 da Omero

2 da Luis Borges

3 da Fernando Pessoa

4 da Giorgio Gaber

5 da Costantino Kavafis