“Nel Lazio, la sanità privata accreditata eroga il 40% delle prestazioni utilizzando oltre 25 mila dipendenti ed assorbendo ben oltre il 50% delle risorse economiche totali destinate alla sanità dalla Regione. Eppure malgrado la sanità privata accreditata sia un’impresa senza ‘rischi d’impresa’, essendo lautamente sovvenzionata con i soldi pubblici, i padroni, pardon i manager della sanità privata laica e religiosa, hanno ritenuto di non dover firmare la pre-intesa raggiunta a livello nazionale per il rinnovo di un contratto fermo da 14 anni. D’altronde il Ministro della Salute e la Conferenza delle regioni, gli aveva ‘solo’ garantito la copertura del 50% del maggior costo costo che sarebbe emerso con la chiusura del nuovo contratto”. Lo scrive in una nota il Partito della Rifondazione Comunista.
“Da questa vicenda emerge chiaramente che i “prenditori” della sanità privata vogliano solo ricevere soldi pubblici e fare profitti speculando sulla malattia dei cittadini e sulla pelle dei lavoratori. Rifondazione Comunista del Lazio esprime solidarietà ai lavoratori della Sanità Privata e sostegno alle loro lotte e mobilitazioni, ogni ritardo al rinnovo del contratto è un colpo mortale alla dignità professionale dei lavoratori coinvolti”.
“La vicenda – afferma Marco Bizzoni, referente lavoro PRC Lazio – è strettamente connessa con l’uscita della sanità pubblica del Lazio dal commissariamento. Infatti quel risultato è stato conseguito attraverso un arretramento del perimetro di intervento della sanità pubblica, a favore di quella privata. Un risultato che, ora è più evidente, è stato reso possibile dal sacrificio dei cittadini-utenti, dai lavoratori pubblici per la carenza di organici, è lavoratori privati che, a parità di qualifica dei lavoratori pubblici, non vedono lo stesso riconoscimento economico.
In tutta questa drammatica vicenda la posizione della Regione Lazio e Zingaretti, viene espressa dall’Assessore alla Sanità, che alla richiesta dei sindacati di un intervento forte della Regione, balbetta di rivedere le regole sugli accreditamenti a… ‘livello nazionale’.
Rifondazione Comunista ricorda come nel pieno della Pandemia le strutture che si sono ritrovate sotto pressione ed hanno consentito il superamento della crisi sono state quelle pubbliche. Mentre molte delle strutture sanitarie private, invece di luoghi di cura, si sono trasformate per la sete di profitto dei loro proprietari in focolai di infezione.
La lezione che dovremmo cogliere è quella della necessità del potenziamento e rilancio della sanità pubblica, che deve riassorbire prestazioni e personale sanitario dalla metastasi della sanità privata. I principi che bisogna seguire per aiutare i lavoratori della sanità privata sono semplici e si ritrovano in Costituzione. La salute non è una merce ma un diritto e a pari lavoro pari diritti”.