Formia e consiglio comunale, dalla maggioranza la stoccata alle opposizioni

Il Palazzo comunale di Formia

Il gruppo di maggioranza “Un’Altra Città” con i consiglieri Christian Lombardi, Gerardo Forte, Emanuela Sansivero, Valentina Forcina, Daniele Nardella e Simone Troisi sono intervenuti attaccando le opposizioni secondo quanto accaduto nell’ultimo consiglio comunale, definendo i fatti: “Qualcosa di grottesco”.

Sono circa 2 anni ormai – scrivono nella nota – che assistiamo all’abbandono dell’aula consiliare da parte delle minoranze poco prima della discussione di tematiche importanti per la città di Formia. Ma nell’ultimo consiglio comunale   si è raggiunto l’apice del grottesco. Da mesi i consiglieri Marciano, Picano, Cardillo Cupo, Di Rocco, Riccardelli chiedevano di inserire nell’odg del consiglio comunale del 15 il seguente : “Discussione sulla Carta di Pisa – attuale vigenza – eventuali problematiche e riapprovazione – Poteri di indirizzo e controllo politico amministrativo del consiglio. ( Artt 42 e 44 TUEL). Gli stessi consiglieri che durante la precedente seduta consiliare in materia di incarichi pubblici, hanno candidamente perorato la causa di alcune ditte, chiedendo spiegazioni al dirigente per la mancata assegnazione da mesi a queste ultime di ulteriori lavori pubblici. Come se il consiglio comunale fosse il luogo deputato a rappresentare interessi privati. Altro che codice etico e Carta di Pisa.


La maggioranza ovviamente ha accolto da subito la proposta dei suddetti consiglieri, perché anche senza averlo ancora sottoscritto, ritiene che il codice etico della cultura della legalità e della trasparenza sia la pietra miliare che caratterizza il mandato di questa amministrazione. Tutti  pronti al dibattito democratico sui principi e obblighi generali di diligenza, lealtà, onestà, trasparenza, correttezza e imparzialità che qualificano l’esercizio delle funzioni di pubblica responsabilità degli amministratori, quando gli stessi consiglieri richiedenti si dileguavano ed abbandonavano l’aula. Di Rocco e Riccardelli, anche nel 2013 quando il consiglio comunale votò una delibera per l’adozione della Carta di Pisa, risultarono assenti. Inoltre i proponenti non hanno mai depositato agli atti nessun documento o proposta di delibera come base di partenza secondo la prassi dei lavori consiliari. Era chiaro e palese che non volessero assolutamente nessun confronto in merito. Ma allora ci chiediamo perché rivendicare con forza l’inserimento nell’odg di un punto importante se non si ha la volontà di discuterlo? Non ci è dato sapere e forse è meglio così. Ma ancora una volta – concludono – va in scena il teatrino della politica inutile, sterile e sempre  strumentale.”