Sesto processo e sesta assoluzione per il sarto di Scauri

Claudio Festa

Un colpevole molto fortunato, oppure, più verosimilmente stando agli atti, un innocente molto sfortunato? Dopo la cinquina dei giorni scorsi con l’assoluzione ottenuta dall’ingiusta accusa di ricettazione, ecco arrivare un’altra assoluzione, la sesta, per Claudio Festa, il sarto di Scauri. 

Anche questa volta l’uomo, difeso di nuovo dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, coadiuvato dal collega Gianni Bove, ha visto il Tribunale di Cassino, giudice Francesco La Cava, far cadere ogni accusa. Nell’occasione il minturnese era chiamato a rispondere di un presunto abuso edilizio realizzato in un locale deposito a Scauri, nei pressi del lungomare, dove per gli inquirenti lo stesso aveva completamente modificato lo stato dei luoghi trasformando un deposito in un appartamento, realizzando una cucina in muratura, un soggiorno ed un camera da letto, tutto completamente arredato.


Al momento dell’arrivo della Polizia l’uomo era stato identificato e gli abusi realizzati segnalati, facendo partire una denuncia. Non sembravano esserci dubbi sulla responsabilità relativa al contestato restyling. Tuttavia in occasione dell’ultima udienza, prima della discussione, la difesa ha depositato della documentazione che ha dimostrato come Festa avesse acquistato quell’immobile due anni prima del controllo, e che non vi era nessuna prova che avesse eseguito i lavori abusivi contestati. “Quindi in buona sostanza ad eseguire i lavori potevano essere stati i precedenti proprietari, anche perché in atti non vi era una perizia in grado di dire a che anno gli stessi potessero risalire”, ha sottolineato la difesa. Da qui il giudice, condividendo le argomentazioni del duo Cardillo Cupo-Bove, ha deciso per l’assoluzione.