Allevamenti in mare a Vindicio e quelle promesse rimaste sulla carta

Controlli sugli allevamenti in mare, ad un anno di distanza nulla è stato fatto. Tante rassicurazioni ma poi? Lo fa notare il consigliere comunale del Partito Democratico, Claudio Marciano che chiede chiarimenti anche sullo stato delle concessioni. “Un anno fa il Consiglio Comunale – commenta Marciano – su nostra proposta, approvò una linea di indirizzo sugli allevamenti di cozze ed orate di Vindicio.  In particolare, diede mandato alla Sindaca di verificare lo stato delle concessioni, di denunciare eventuali concessioni operanti senza titolo amministrativo, di diffidare la Regione dal prorogare tutte le altre perché incompatibili con l’area sensibile del Golfo.

Purtroppo, nessuno di questi dispositivi è stato attuato dalla Giunta. La delibera prevedeva che la Sindaca relazionasse a Luglio 2019 sull’attuazione del deliberato. Siamo a Luglio 2020 e dobbiamo prendere atto che nulla di quanto chiesto dal Consiglio è stato eseguito.
Nel frattempo la data di conclusione delle concessioni si avvicina, mancano ormai pochi mesi. La Regione ha commissionato uno studio per verificare dove e perché collocare le gabbie, senza escludere che le terrà lì dove sono adesso.
Ad oggi non abbiamo uno straccio di studio che possa controdeddure quello della Regione.


Soprattutto, che mostri l’incompatibilità tra l’acquacoltura e lo sviluppo ecologico ed economico della riviera di ponente. Oltre, infatti, all’inquinamento, le ragioni per cui chiediamo lo spostamento off shore degli allevamenti è il loro impatto paesaggistico e l’occupazione di uno specchio di mare utile alle attività veliche, e al modello di sviluppo su cui Formia vuole puntare per il futuro”.

In buona sostanza Marciano sottolinea anche come una buona politica ambientale volta alla tutela del territorio, non possa essere solo a parole. Quindi gli interrogativi che attendono questa volta una risposta possibilmente celere. “Che fare quindi?  – conclude Marciano –  Le due cose che la Sindaca non ha fatto: verifica delle concessioni e denuncia di qelle scadute ma operanti, diffida alla Regione a procedere con la proroga di quella attuali perché incompatibili con L’area sensibile del Golfo.
E poi c’è una terza cosa da fare. Ora come ora è la più importante: commissionare una ricerca all’università che valuti sia impatto ambientale che socio-economico delle concessioni. A cosa serve? A portare numeri porti alla discussione con la Regione per dimostrare quanto quegli allevamenti siano un servitù ingiusta che Formia non vuole più pagare non per vezzo, ma per diritto alla città.
La ricerca bisogna pagarla? Certo. È forse un problema investire risorse in ricerca applicata allo sviluppo locale? Un anno fa la maggioranza rifiutò di approvare anche questa misura, perché la sua mentalità provinciale è piccolo borghese non le consentiva di comprendere il valore strategico della conoscenza.
Vediamo se nel frattempo ha cambiato idea”.