La Corte d’Assise del Tribunale di Latina prende tempo sull’uxoricida.
Nella prima udienza per l’omicidio di Elisa Ciotti, i difensori di Fabio Trabacchin, gli avvocati Luca Amedeo Melegari e Fabrizio Mercuri, sono tornati a chiedere, come avevano già fatto con il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, di rinviare l’udienza in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla possibilità per gli imputati di omicidio aggravato di accedere al rito abbreviato, attualmente negata dalle nuove norme.
Il legale di parte civile, l’avvocato Flaviana Coladarci, si è opposto ma, essendoci anche un problema con le notifiche dell’udienza, la Corte d’Assise ha alla fine rinviato il processo al 30 settembre, quando dovrebbe esserci anche la tanto attesa decisione della Consulta.
Il 37enne Trabacchin, il 10 giugno dell’anno scorso, a Cisterna uccise a martellate la moglie al culmine di una lite.
La donna, di un anno più giovane dell’imputato, venne assassinata nella villetta di via Palmarola che divideva con il coniuge da cui voleva separarsi.
Il 37enne confessò dopo quattro ore di interrogatorio davanti ai carabinieri e al magistrato di turno.
La coppia si stava appunto separando e quel giorno, nel corso dell’ennesimo litigio, la 36enne venne massacrata di botte e finita a martellate.
Dopo l’omicidio il marito, un autotrasportatore subito messo in carcere, andò al lavoro con un amico e a fare la macabra scoperta fu la figlia dei due, una bambina di dieci anni, che trovò la madre sul letto, in un lago di sangue.
La bambina telefonò al papà, che a sua volta chiamò il fratello, chiedendogli di recarsi a casa perché era successo qualcosa alla moglie.
Poi anche Trabacchin tornò in via Palmarola, provò a sostenere di non sapere cosa fosse successo, ma alla fine crollò nel corso dell’interrogatorio.