Assolto Amalio Tempesta, caporalmaggiore dell’Esercito italiano, di Sonnino, arrestato nel 2012 dal commissariato di Fondi con le accuse di truffa, millantato credito, estorsione e minacce.
Gli investigatori indagarono su quello che la Procura ritenne essere un vasto giro di promesse e di denaro, con presunte vittime mietute tra Fondi, Terracina e Monte San Biagio, a cui in cambio di soldi e millantando entrature e conoscenze di rango, il militare avrebbe assicurato di poter garantire posti di lavoro nella pubblica amministrazione, nelle multinazionali o nel campo dei trasporti.
Otto alla fine i capi d’accusa formulati a carico di Tempesta.
Al termine della sua requisitoria il pm ha chiesto la condanna dell’imputato a tre anni e quattro mesi di reclusione.
Una richiesta sostenuta dalle numerose parti civili, chiedendo anche una condanna al risarcimento del danno subito.
Il difensore del militare, l’avvocato Lorenzo Magnarelli del Foro di Roma, in una lunghissima e articolata arringa ha invece sostenuto che vi fossero diversi profili critici nell’accusa formulata nei confronti di Tempesta, precisando anche come le ipotesi di millantato credito corruttivo, fattispecie ora abrogata, non siano in continuità normativa con il delitto di traffico di influenze illecite, con la conseguenza che attualmente i fatti dedotti nei singoli capi di imputazione non siano più previsti dalla legge come reato.
Il penalista ha quindi affermato che non sussisteva il fatto dedotto nell’ipotesi di estorsione e che difettavano le note tipiche della truffa aggravata.
Spiegazioni che hanno convinto il giudice Francesco Valentini, che ha assolto il militare.