Martedì, nell’ambito della maxi-operazione anticamorra denominata “Affari di famiglia”, la Guardia di Finanza e la Squadra Mobile di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 28 presunti esponenti della famiglia Senese, gruppo considerato legato a Michele Senese, boss originario di della campana Afragola e ritenuto dagli inquirenti uno dei “re di Roma”.
Gli indagati – 16 raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, 6 posti ai domiciliari e altri 6 con l’obbligo di dimora – sono ritenuti responsabili dei reati di estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. Viene contestata anche l’aggravante di aver agito con metodo mafioso, agevolando la camorra campana.
Nel medesimo contesto operativo, si è provveduto all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo di beni e aziende per circa 15 milioni di euro. Tra queste figura anche un caseificio con stabilimento nella provincia di Latina, a Pontinia. Tra le aziende sequestrate figurano anche 4 attive nella ristorazione (con sede a Roma) e 5 che operano nel commercio all’ingrosso e al dettaglio di abbigliamento (localizzate a Milano, Bergamo, Brescia, Verona e Frosinone). Raggiunte dai sigilli anche 5 unità immobiliari (4 nell’hinterland milanese, una a Napoli) e un’imbarcazione.
L’operazione, scaturita da indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati impegnati circa 200 uomini, tra finanzieri e poliziotti. Oltre ai provvedimenti cautelari, sono state eseguite delle perquisizioni nelle province di Roma, Napoli, Frosinone, L’Aquila e Verona.
Fra gli arrestati ‘eccellenti’, finito in carcere, ad ogni modo senza l’aggravante mafiosa, c’è il 54enne Claudio Cirinnà, fratello della senatrice del Partito Democratico Monica, del tutto estranea alla vicenda. Agli arresti domiciliari è finito anche Roberto Cirinnà, figlio di Claudio.
L’onorevole dem, divenuta la notizia di dominio pubblico, ha espresso “dolore per il coinvolgimento di mio fratello, mi auguro chiarisca tutto”. Sottolineando: “So pochissimo della sua vita travagliata, benché abbia sempre cercato di aiutarlo a mettere sulla giusta via la propria esistenza. Il fatto che avesse accolto in casa nostro padre novantenne mi aveva fatto sperare in un ravvedimento. Se così non fosse ne sarei addolorata e profondamente delusa”.