Agromafia e caporalato: la nuova interrogazione parlamentare

Agromafia e caporalato, la nuova interrogazione parlamentare. A presentarla il deputato del Movimento Cinque Stelle Stefania Ascani una interrogazione  al Ministro della giustizia, al Ministro dell’interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. 

Nel testo si legge: “secondo l’ultimo rapporto Agromafia di Eurispes, le agromafie svilupperebbero 24,5 miliardi di euro di profitti illeciti l’anno;


da anni alcuni giornalisti, tra cui Marco Omizzolo, sociologo Eurispes, nominato «Cavaliere della Repubblica» per meriti di studio e contrasto alle agromafie, denunciano il radicamento delle mafie in provincia di Latina, subendo gravi intimidazioni;

nel marzo 2020 un bracciante agricolo indiano è stato malmenato e ricoverato con lesioni riscontrate dall’ospedale locale su varie parti del corpo per aver chiesto la mascherina al suo datore di lavoro, titolare di un’impresa agricola di Terracina; due mesi più tardi i titolari dell’azienda agricola venivano arrestati, mentre su impugnazione del difensore, alcuni giorni dopo, sono cadute le esigenze della misura restrittiva;

l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, ha indicato Marco Omizzolo quale responsabile di una campagna stampa denigratoria nei confronti del comune di Terracina e di tutta l’imprenditoria locale, esponendolo a numerose minacce;

il Mercato ortofrutticolo di Fondi-Mof tra i più grandi d’Europa, è stato oggetto di interessi mafiosi;

gli interessi delle mafie nel Sud Pontino sono accertati a partire dalle numerose richieste di scioglimento del comune di Fondi per infiltrazioni mafiose depositate in Parlamento e dalla richiesta di scioglimento formulata dal prefetto di Latina, Bruno Frattasi, nel 2009, di fatto rigettata dal Governo pro tempore e che ha visto l’opposizione, tra gli altri, come emerso da fonti di stampa, del senatore Claudio Fazzone di Forza Italia e dell’allora presidente della provincia di Latina, Armando Cusani;

già nel 2007 la direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria indagò su Carmelo e Venanzio Tripodo i quali controllavano l’accesso al Mof, costringendo commercianti calabresi e siciliani ad avvalersi della loro mediazione;

l’operazione GEA, della direzione distrettuale antimafia di Napoli nel 2015 accertò le infiltrazioni del clan dei Casalesi nel Mof;

con l’operazione La Paganese nel novembre 2011 la direzione distrettuale antimafia di Roma, Napoli, Palermo e Trapani, eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare per nove persone, tra cui Nicola Schiavone, figlio di «Sandokan», accusato di avere imposto il monopolio della società La Paganese nel trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli di Sicilia, Calabria, Campania e Lazio;

con l’inchiesta Aleppo nel settembre 2018 la direzione distrettuale antimafia di Roma e i carabinieri di Latina sequestrano La Suprema srl e arrestano 6 persone della famiglia D’Alterio, accusati di controllare l’indotto del Mof grazie a «radicati collegamenti con i clan camorristici casertani» ed esercitato «un potere intimidatorio di tipo mafioso»;

il 2 marzo 2020, come scritto da Marco Omizzolo su Il Manifesto del 02 giugno 2020, esponenti della famiglia D’Alterio sono stati arrestati ed è stata sequestrata parte delle società Anna Trasporti srl e D’Alterio trasporti srl, con l’accusa di estorsione, illecita concorrenza e minaccia aggravata dal metodo mafioso nell’ambito dell’inchiesta Aleppo 2, per aver cercato di monopolizzare i trasporti del Mof per la Sardegna e per Torino;

infatti, dopo soli 4 mesi di attività, l’amministratore giudiziario Giordano nominato alla guida de La Suprema srl ha rassegnato l’incarico per l’impossibilità di portare avanti l’attività a causa dei rifiuti da parte di tutte le aziende di collaborare per via di «compiuti atti di concorrenza con minaccia in modo da estromettere dal mercato la società Suprema srl in amministrazione giudiziaria. Gli indagati hanno impedito, con metodo mafioso, agli altri autotrasportatori di entrare in rapporti commerciali con la Suprema» –:

quali iniziative di competenza intenda, intraprendere al fine di prevenire e contrastare il fenomeno del caporalato, della mafia e dell’agromafia nel territorio del Sud Pontino, nonché garantire maggiore sicurezza per i giornalisti impegnati su questi temi, che si sentono quotidianamente minacciati;

se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza in ordine alla corretta gestione del Mof società a maggioranza pubblica.
(3-01637)”.

E’ la quarta interrogazione parlamentare sullo stesso tema presentata in circa 3 settimane. In questo caso si fa rifermento anche al botta e risposta tra l’europarlamentare Nicola Procaccini e il giornalista Marco Omizzolo.

Gli episodi da ricordare compresi quelli recenti sono molti. Come il suicidio di Joban, giovane bracciante indiano residente nel consorzio Bella Farnia Mare a Sabaudia su cui da parte delle istituzioni locali non è arrivato nessun intervento.