Disavanzo di 12 milioni di euro, Marciano (Pd) attacca l’amministrazione

Il consigliere di minoranza ed ex assessore Claudio Marciano

Polemiche politiche a Formia, questa volta sono le cifre a bilancio che mettono sul banco degli imputati – secondo la posizione del consigliere Dem Claudio Marciano – l’Amministrazione comunale targata Paola Villa.

L’ex candidato a sindaco, oggi in consiglio comunale tra i banchi dell’opposizione tuona: “Più passano gli anni e più aumenta il delta tra ciò che incassiamo e ciò che spendiamoe “Il bilancio di previsione 2020 è completamente da riscrivere“.


“Il consuntivo 2019 del Comune di Formia certifica un disavanzo di circa 12 milioni di euro. Una condizione di estrema criticità che è destinata a deteriorarsi ulteriormente nel consuntivo 2020, quando le entrate si comprimeranno ulteriormente a causa del Covid .Il deficit è causato dal passaggio, imposto da una legge nazionale, dal metodo semplificato a quello ordinario per classificare i crediti di dubbia esigibilità. Fino al 2018 il Comune ha accantonato circa 9.5mln di euro per questa voce. Dal 2019 bisogna accantonarne 24 mln. Questo perché più passano gli anni e più aumenta il delta tra ciò che incassiamo e ciò che spendiamo. Sebbene la norma risponda ad una logica di rigidità dei conti tipica del neoliberismo contabile, non ha tutti i torti. La situazione è molto grave, ma finora il comportamento della maggioranza è stato poco serio. Il bilancio di previsione 2020 è completamente da riscrivere, l’emendamento che costituiva un fondo di 600mila euro per imprese e famiglie si rivela per quello che era, e cioè una presa per i fondelli, perché neanche un euro sarà spendibile. Una politica di recupero dell’elusione e dell’evasione senza se e senza ma, fortemente voluta dall’ ex assessore Fulvio Spertini, è stata bloccata, determinando un vuoto di competenze sul bilancio di oltre un anno che ora paghiamo per intero. La maggioranza, in compagnia di qualche improvvisato mago dei conti tra le fila dell’opposizione, ha farneticato nei giorni scorsi di “avanzi” e “residui” che avrebbero rimpolpato il bilancio. Ecco il conto: dodici milioni di debiti. Che fare? La quota che annualmente dovremo caricare sul debiti bloccherà una parte rilevante della spesa per iniziative e servizi. Ma dovremo bloccarne una ancora superiore se non riusciamo a colmare il divario tra incassi e spese. Il problema principale è la Tari, che non viene riscossa per circa il 20%. A nostro avviso immediatamente si deve:a. Imporre un software di gestione unico ad anagrafe e tributi, per evitare che tornino indietro 4000 bollette l’anno per gli indirizzi sbagliati;b. Affidare alla FRZ il servizio di bollettazione della Tari, perché può assumere e fare investimenti molto più rapidamente del Comune;c. Accelerare i lavori della toponomastica che affidati dalla precedente amministrazione vanno a rilento e dopo due anni sono ancora indietro;d. Aprire un tavolo negoziale sui crediti non riscossi dalle aziende per arrivare a transazioni utili a entrambe le parti. Sono cattive idee? Forse. Ma almeno sono idee. Finora, su questo tema e su tanti altri, da chi amministra la città abbiamo sentito solo proclami”.

La nota del consigliere Marciano