Dal furto di una bici elettrica all’estorsione a un minore, in 5 a giudizio

Dal furto di una bici all’estorsione, dallo spaccio di droga alla ricettazione di preziosi. Questo il contesto in cui si sono mossi i carabinieri di Terracina per far luce sull’attività di un 28enne del posto e di altri quattro indagati di origini marocchine.

Un’indagine che ha portato il sostituto procuratore Claudio De Lazzaro a chiedere il rinvio a giudizio degli indagati, ora disposto dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.


Il prossimo 17 settembre, davanti al Tribunale di Latina, si aprirà così il processo al terracinese Andrea Sanalitro, di 28 anni, a Ousama Marzouki, di 23, Rayen Marzouki, di 20, Mohamed Daoui, di 27, e Mustaphà Benrouaoui, di 54, difesi dagli avvocati Adriana Anzeloni, Alessandro Farau, Sinuhe Luccone e Domenico Pietricola.

Una vicenda che ha avuto inizio nel maggio dell’anno scorso, con il furto a Terracina di una bici elettrica, del valore di 1.500 euro, lasciata in strada.

A indicare come autori del furto Sanalitro e Daoui sarebbe stato un 17enne.

Quest’ultimo sarebbe quindi stato sottoposto a un’estorsione da parte di Ousama Marzouki, che gli avrebbe intimato di consegnargli duemila euro per l'”infamata” fatta ai due amici.

Daoui, insieme a Rayen Marzouki, avrebbe quindi minacciato ulteriormente il minorenne: “Ricordati che con me hai un conto in sospeso, hai capito ciò che ti è stato detto. Allora dammi tutto ciò che hai in tasca, sennò ti gonfio di botte”.

Ottenuti dal 17enne 320 euro e diversi preziosi, tra anelli, catenine d’oro, orecchini e bracciali, del valore totale di quattromila euro, Daoui avrebbe quindi detto al minorenne: “Bravo, con questo hai saldato il tuo debito”. E Benraoui avrebbe infine ricettato i preziosi.

I carabinieri hanno scoperto inoltre che Daoui e Rayen Marzouki avrebbero spacciato hashish al minore. Ora il processo.