Corda al collo e pistole per farsi pagare debito di droga da 30mila euro: arrestato

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La Direzione distrettuale antimafia torna a fare capolino in provincia di Latina. Nel Sud pontino, per l’esattezza, dove nella mattinata di mercoledì nell’ambito di un’articolata indagine condotta dalla Dda di Napoli sono entrati in azione i carabinieri casertani della Compagnia di Casal di Principe. Con direzione Formia, dove hanno applicato una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Federica De Bellis a carico di Enrico D.M., 30enne del posto di seguito associato presso la casa circondariale di Cassino.

L’uomo è ritenuto responsabile del reato di sequestro di persona in concorso con il 50enne campano Antonio T. ed il 24enne Emanuele T., padre e figlio, quest’ultimo residente a Itri. Soggetti, il 50enne e il 24enne, originari di Arzano, già destinatari della medesima misura detentiva nelle scorse settimane, in due tornate.


L’attività investigativa, spiegano dall’Arma, “ha dimostrato che nel febbraio scorso, i tre, a vario titolo, dopo un appuntamento davanti a un bar di Casal di Principe, avevano costretto la vittima a salire sulla loro autovettura”. Dando luogo, almeno secondo le ricostruzioni, a una serie di azioni per terrorizzare chi avevano sequestrato, ovvero un campano residente a Formia, ritenuto dagli inquirenti tra i pusher che alimentavano la piazza di spaccio di Formia.

“Dopo una sosta a scopo intimidatorio a casa del malcapitato a Formia, giungevano nei pressi di un laghetto a Castel Volturno, dove impugnando due pistole lo minacciavano di morte, legandogli al collo un corda alla cui estremità era fissato un grosso sasso. Solo dopo aver promesso il pagamento di un debito di droga, ammontante a circa 30 mila euro, la vittima veniva liberata”.

Un quadro accusatorio all’origine dell’odierno provvedimento. A difendere il 30enne formiano arrestato, l’avvocato Vincenzo Macari, che al momento non si esprime. “Devo studiare i carteggi”, l’unico commento a cui si è lasciato andare il legale.