Mitilicoltura: è nato il Consorzio Molluschicoltura Golfo di Gaeta

Parte dal Golfo di Gaeta il tentativo di rilancio del comparto regionale della mitilicoltura. Si è costituito a Formia nei giorni scorsi il Consorzio Molluschicoltura Golfo di Gaeta, al quale aderiscono tutte le imprese cooperative di mitilicoltura operanti nel citato Golfo. “Scopo ultimo, la gestione dei servizi comuni”, spiegano dal neonato sodalizio.

“Nei fatti tutte le imprese hanno deciso un’accelerazione al progetto consortile, nella consapevolezza che l’emergenza epidemiologica del Covid-19, ha avuto un enorme impatto socio-economico su tutto il comparto acquacoltura laziale, accentuando le problematiche irrisolte e determinando una crisi dagli esiti inaspettati”, continuano dal Consorzio. “A questo si aggiunge il rischio per le produzioni di acquacoltura in fase di maturazione, come i mitili, qualora non venissero ‘raccolti’ per la mancata ripartenza del mercato di riferimento, con la necessità da parte degli organi regionali di adottare procedure più semplici, e quindi tempi più rapidi, per la modifica al programma operativo FEAMP”.


A dirigere il Consorzio, è stato delegato all’unanimità nella qualità di presidente Antonello Buono, consulente tecnico esperto del settore, con il compito primario “di promuovere nuovi metodi di produzione che favoriscono lo sfruttamento sostenibile, le iniziative di valorizzazione della qualità del prodotto degli associati, lo sviluppo di strutture di supporto a terra dell’attività di produzione, il perfezionamento tecnico del naviglio e delle relative attrezzature, dei metodi e dei sistemi di produzione, nonché il miglioramento delle strutture di commercializzazione e di conservazione del prodotto”.

Nel corso dell’assemblea di insediamento, Buono ha sottolineato che il rilancio del settore regionale in questo particolare momento storico non possa effettuarsi da parte delle singole imprese se non in maniera unitaria e solidale. “La sfida unitaria è l’unica strada per combattere la crisi”, le sue parole. “Confidiamo in questa prima fase, del sostegno inderogabile delle amministrazioni locali del Golfo di Gaeta, con le quali prevediamo unitamente ai rappresentanti di categoria di instaurare un serrato confronto per l’immediato rilancio del settore e di poter illustrare l’iniziativa del Consorzio di essere parte attiva nella già progettata opera di pulizia degli spazi acquei prospicienti gli impianti in concessione alle imprese associate, con integrazioni di fondi a sostegno di iniziative per la pulizia dei fondali marini a favore della flotta dei pescherecci, che riescano a coniugare la tutela ambientale con le attività economiche legate alla risorsa mare, sulla scorta di analoghe iniziative realizzate in altre regioni italiane”.

Unitamente, il Consorzio ha assunto l’impegno di predisporre, anche in accordo con le autorità e soprattutto le amministrazioni locali del Golfo, la realizzazione “di progetti pilota di particolare significato territoriale o generale e partecipare con propri rappresentanti agli incontri promossi presso tutte le sedi in cui si affrontano problemi riguardanti la gestione della mitilicoltura”.

Quale primo atto, è stata inviata una richiesta a tutti gli enti preposti per definire le annose questioni relative al punto di sbarco del prodotto, ai punti di raccolta per il conferimento ai fini dello smaltimento dei retini utilizzati nell’attività di produzione, alla predazione dei pesci e all’imminenza del rinnovo delle concessioni demaniali, “al fine di consentire la predisposizione ad ampio raggio gli investimenti produttivi necessari per consentire il rilancio delle attività produttive del comparto e la salvaguardia dei posti di lavoro”.

“Nei fatti – rimarcano ancora dal Consorzio – l’intero comparto distributivo che coinvolge direttamente ed indirettamente sul territorio centri di depurazione, centri di confezionamento, lavorazione e spedizione, aziende di vendita all’ingrosso e al dettaglio, a causa delle difficoltà operative e di gestione, sempre più dipende da importazioni dall’estero che penalizzano oltremodo il PIL territoriale di diversi milioni di euro, ponendo a rischio il mantenimento occupazionale di interi comparti lavorativi. Non appena diffusasi la notizia, richieste di adesione al progetto consortile sono già pervenute da altre importanti realtà imprenditoriali regionali”.