In silenzio. Interrogati dal gip Pierpaolo Bortone, i due indagati accusati dell’intimidazione alla consigliera comunale Maria Grazia Ciolfi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Gianni Mastrostefano, 42 anni, di Latina, dipendente di un’azienda della zona e alle ultime elezioni amministrative candidato con la civica Lista Calvi, a sostegno dell’aspirante sindaco azzurro Alessandro Calvi, e Valentino Mandrelli, 32 anni, di Velletri, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e spaccio di droga, ritenuti rispettivamente mandante ed esecutore dell’attentato incendiario dell’11 settembre scorso, messi ai domiciliari e difesi dagli avvocati Oreste Palmieri e Bonavita, hanno preferito restare muti davanti al giudice.
Secondo i carabinieri e il sostituto procuratore Valentina Giammaria, Mastrostefano avrebbe voluto intimidire la consigliera comunale, bruciandole l’auto sotto casa, per dei controlli antiabusivismo compiuti lo scorso anno sul lotto di terreno di Mastrostefano a Valmontorio e per la mancata autorizzazione al latinense a mettere gli ombrelloni sull’arenile antistante il quell’appezzamento di terra.
Un rogo che Mandrelli avrebbe appiccato ricevendo in cambio da Mastrostefano 250 euro.