Omicidio Maggiacomo, il pastore resta muto nel corso dell’interrogatorio

Muto. Giovanni M., indagato con l’accusa di favoreggiamento nell’inchiesta sull’omicidio di Emilio Maggiacomo, interrogato dagli investigatori del commissariato di Fondi si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Gli inquirenti avrebbero deciso di indagare il 51enne alla luce dei contatti tra quest’ultimo e il 44enne pakistano Abdul Majid Khan, in carcere con l’accusa di aver ucciso volontariamente a fine marzo l’agricoltore di 69 anni, di Fondi, poco dopo che la città della Piana era stata trasformata in zona rossa, nell’ambito di quella che è stata inquadrata come una discussione degenerata.


In particolare gli inquirenti si sarebbero concentrati sui tabulati telefonici, analizzando le telefonate tra Khan e il pastore fondano Giovanni M., un uomo già abbondantemente noto alle forze dell’ordine, responsabile di incendi boschivi e non solo.

Il corpo senza vita di Maggiacomo, ucciso sul suo terreno in via Molelle, quasi al confine con Itri, venne scoperto da uno dei figli della vittima. E nel giro di poche ore venne arrestato il 44enne pakistano.

Diversi però ancora i dubbi sulla causa esatta della discussione che Maggiacomo avrebbe avuto con Khan e dunque sui contorni esatti dell’omicidio. E tanti anche i punti interrogativi sul ruolo che nella vicenda avrebbe avuto Giovanni M.

L’inchiesta della Procura della Repubblica di Cassino va avanti.