Coronavirus: l’Italia, la Germania e le riaperture

Foto di Christo Anestev da Pixabay

Ermete Labbadia, laureato da anni in economia e commercio ma appassionato e con una tesi in statistica, continua ad accompagnare h24notizie nella lettura dei dati del contagio dell’emergenza Covid-19.

“La Germania ha allentato le restrizioni e l’epidemia è ripartita? Non sembra. Chiaramente ogni allentamento non va preso sotto gamba e ci devono essere sempre la massima responsabilità nei comportamenti individuali e la sicurezza nei posti di lavoro.


In ogni caso dei possibili e temporanei piccoli rialzi delle curve o una leggera controtendenza sono da considerarsi normali e anche accettabili per mandare avanti il motore economico di un paese.

Il grafico in alto ci mostra la curva dei casi totali tedesca negli ultimi 30 giorni paragonata a quella italiana dal 30° al 59° dall’inizio dell’epidemia (dal 23 marzo al 21 aprile).

 Notiamo dal grafico in alto che dopo l’allentamento delle restrizioni, avvenuta circa 10 giorni fa,  la curva tedesca tende addirittura a crescere meno lentamente e quindi è  migliore di quella italiana!

Il motivo non è sicuramente nell’allentamento delle misure tedesche ma dal fatto che, come  ripetiamo da diverse settimane, è la curva del contagio italiana che è molto meno peggiore di quanto possano farci presupporre i dati quotidiani e le analisi degli esperti più “accreditati”.

A differenza della Germania, che ha mantenuto un numero alto ma costante di test effettuati, la crescita nei tamponi in Italia è più che decuplicata da inizio epidemia ad oggi.

Inoltre in Italia dopo una prima fase in cui erano testati solo malati gravi si è passati ad una seconda fase con test a pauci sintomatici per poi arrivare nell’ultimo periodo ad  una vera e propria caccia all’asintomatico (test a tappeto nelle RSA, controlli aumentati per il personale sanitario ecc)   

E come mai TV, siti internet e giornali parlano di un peggioramento della Germania? Perché ogni classe politica con il suo team di esperti ha le sue “fissazioni” e la Merkel guarda molto all’R0 ( Erre con zero), un parametro (peggiorato leggermente qualche giorno fa in Germania) molto importante che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. ma che riteniamo poco indicato da solo a percepire eventuali  miglioramenti o peggioramenti nel breve periodo.

Per esempio come se un medico guardasse esclusivamente l cambiamento di livello dei globuli bianchi o rossi di un paziente  invece di osservare l’intero quadro clinico dello stesso.    

Molto più interessante è la diminuzione di 700 posti occupati nelle terapie intensive tedesche avvenuta nella giornata nella quale si guardava anche dalle parti nostre allarmati per la situazione tedesca.

Sarebbe importante capire la quantità di  nuovi positivi ricoverati e di nuovi accessi in terapia intensiva ma purtroppo questo è un dato molto importante che non appare nei prospetti sintetici dei dati dei vari paesi .

Anche se prendessimo per buona la curva del contagio italiana, il grafico a centro, relativo all’incremento percentuale a 5 giorni dei casi totali, ci mostra che l’Italia al momento avrebbe circa 7/10 giorni di ritardo dalla Germania nel contenimento del contagio, considerando le due nazioni con la partenza nello stesso periodo.

Se le considerassimo nel periodo reale sarebbero quasi affiancate: la Germania aveva un incremento percentuale a 5 giorni dei casi totali pari a 5,38 l’altro ieri, l’Italia 5,4 ieri.

Quindi un allentamento graduale delle restrizioni con 14 giorni di ritardo (20 aprile per la Germania e 4 maggio per l’Italia) sarebbe da parte nostra più che prudente.

I rientri nelle attività lavorative devono essere fatti gradualmente. Può essere discutibile se con scelta consigliata dal Comitato tecnico scientifico al nostro Governo (4 maggio, 18 maggio, 1 giugno) o quella al momento da noi ritenuta migliore (4 maggio, 11 maggio e 18 maggio) ma mai sarebbe proponibile l’opzione di far rientrare tutti il 4 maggio, perché il problema rilevante di scarso distanziamento potrebbe verificarsi soprattutto nel sistema dei trasporti ed un conto è iniziare con 4 5 milioni di lavoratori ed un conto aprire subito tutti i negozi con un sovraffollamento iniziale ed incalcolabile di persone.

L’ultimo grafico in basso ci mostra l’andamento dell’incremento percentuale a 5 giorni dei decessi. In questo caso quella che potrebbe essere un pochino fasulla nel periodo considerato è la curva tedesca.

Non si è capito infatti  se il basso tasso di letalità in Germania sia dovuto più all’ alto numero di tamponi effettuato oppure al fatto che molti decessi con Coronavirus non vengano conteggiati.

La discesa non lineare come quella italiana e come quelle di ambedue i paesi degli incrementi percentuali dei casi totali ci fa propendere più per la seconda ipotesi: il numero diverso di decessi nei due paesi  dipende molto di più per una modalità di conteggio diversa che per una maggiore efficienza dei Tedeschi nell’affrontare dal punto di vista sanitario  il Covid 19.

Analizzando il grafico in basso è la Germania stavolta che risulterebbe in ritardo addirittura di una settimana rispetto all’Italia , se considerassimo la partenza del contagio nello stesso periodo.

Vantaggio per l’Italia che aumenterebbe ulteriormente se considerassimo il paragone in tempo reale. La Germania aveva con i dati di ieri un incremento percentuale a 5 giorni di 13,26  più o meno simile a quello che aveva l’Italia il 18 aprile (13,5).

Le analisi effettuate ci fanno essere ottimisti per le prossimi graduali aperture, sperando che i comportamenti della gran parte dei  cittadini italiani continuino ad essere responsabili e che il Governo non cada né in eccessi di rischio, purtroppo reclamati da più parti, ma che nemmeno mandi all’aria per eccesso di prudenza diversi e importanti settori della nostra economia  nelle prossime settimane e mesi.