Ermete Labbadia, laureato da anni in economia e commercio ma appassionato e con una tesi in statistica, continua ad accompagnare h24notizie nella lettura dei dati del contagio dell’emergenza da Covid-19.
“Abbiamo spesso scritto in questi giorni che a nostro avviso il dato dei nuovi positivi ricoverati è il migliore per capire la vera evoluzione del contagio, poiché non è influenzato dal numero di tamponi giornaliero, che dalla prima fase dell’epidemia ad ora nella gran parte delle regioni è più che decuplicato.
Inoltre c’è da aggiungere che inizialmente venivano sottoposti a tampone soltanto le persone con sintomi gravi, in una seconda fase sono stati testati anche quelli con pochi sintomi, mentre ultimamente i test sono stati estesi ai nuclei familiari dei positivi, agli operatori sanitari, alle case di riposo.
Ma quante persone in questo momento vengono ricoverate negli ospedali per Coronairus? Molte meno di quelle che immaginiamo e che i bollettini quotidiani, seppur evidenziando un calo dei contagiati, ci lascino intendere.
In pratica in metà delle regioni italiane sono entrati nell’ultima settimana e per tutti i giorni da zero a 4 nuovi pazienti al giorno, come potete vedere dalla penultima colonna, partendo da sinistra, della tabella che vi proponiamo oggi.
Anche il Lazio, che pure ieri ha fatto registrare 79 nuovi postivi, è molto vicino a questo traguardo: nell’Azienda Ospedaliera San Giovanni, come da comunicato, non si registrano nuovi casi positivi in accesso al pronto soccorso negli ultimi 11 giorni .
Dopo il 18 aprile una sola persona è stata ricoverata per Covid in tutti gli ospedali della provincia di Latina.
Nel Bollettino medico n° 84 del 23 aprile lo Spallanzani comunica che i pazienti Covid19 positivi ricoverati sono in totale 115 e i pazienti totali in totale dimessi fino a quel momento 344.
Nel bollettino 83 del giorno precedente, il 22 aprile, si parlava di 125 pazienti ricoverati e 336 in totale dimessi. Quindi questo ci fa intuire chiaramente che nell’arco temporale che va dall’altro ieri mattina a ieri mattina nessuno sia stato ricoverato per Coronavirus nell’ ospedale.
In tutto il Lazio nella giornata di ieri sono state ricoverate meno di 10 nuove persone per problemi Covid.
E allora chi sono questi positivi che vengono rilevati? Sono per la stragrande maggioranza persone che hanno contratto il virus in un periodo precedente e per lo più asintomatiche.
Apparentemente una notizia molto confortante, anche se in qualche caso può destare preoccupazione: proprio perché è aumentata notevolmente l’efficienza nel corso dell’epidemia (più reagenti e più possibilità di fare tamponi) si stanno testando ora anche asintomatici, che sono stati nei vari periodi dell’epidemia in quarantena, perché hanno avuto rapporti con persone riscontrate positive.
Tra questi anche un anziano, che ha partecipato ad una cena nel periodo di Carnevale a Fondi (LT), il 25 febbraio, in cui hanno contratto il virus diverse persone: ebbene questo anziano completamente asintomatico e che sembra non abbia avuto poi successivamente rapporti ,se non insignificanti, all’esterno della sua abitazione è stato trovato positivo dopo circa 60 giorni!
La cronaca ci racconta anche di ricoverati per altri motivi, trovati ad un certo punto positivi e, sebbene asintomatici, dopo più di un mese ancora non hanno tamponi negativi.
Sono casi sporadici? Perché in TV non se ne parla? Importante sarebbe sapere in che percentuale avvengono questi casi. Basterebbe che qualcuno in un ospedale almeno di ogni regione italiana facesse questo riscontro.
Perché se chiaramente la percentuale fosse minima la questione sarebbe quasi irrilevante, invece se fosse un pochino più consistente allora chiaramente dovrebbero cambiare i tempi di 15 giorni che gli scienziati hanno stabilito per la quarantena e la fase 2 si prospetterebbe più lunga nella durata da quella da noi prevista.
Sembra che ultimamente, oltre che per motivi di salvaguardare la salute dei cittadini, si sia aggiunto anche uno spirito di competitività tra le regioni nel cercare i positivi asintomatici .
Nell’epoca virtuale non si vede l’ora d fare il bell’annuncio, di dimostrare la propria efficienza e questo, se in altri frangenti può essere rimproverabile, in questa situazione aiuta moltissimo. Un lato positivo del decentramento che in questo periodo è da più parti criticato.
L’Italia in questa fase si sta comportando meglio che molti altri paesi, come abbiamo visto sulla base di dati analizzati qualche giorno fa e come vedremo anche prossimamente.
L’Italia anche questa volta si conferma una delle peggiori nazioni per la prevenzione (vedi mancanza di posti in terapia intensiva, reagenti, mascherine ecc) ma una delle migliori nell’affrontare le situazioni complicate e di emergenza.
Nell’ultima colonna abbiamo fatto per la prima volta anche noi una previsione sull’azzeramento o pochissime unità di nuovi positivi riscontrati, presupponendo un aumento costante di tamponi come c’è stato nell’ultimo periodo e un ricorso agli esami sierologici non lontano nel tempo per tutte le regioni.
Poiché chiaramente quella sarà la sfida decisiva nella fase 2: cercare tutti gli asintomatici ancora positivi e tracciarne nel più rapido tempo possibile i vari contatti”.