Sebbene siamo ancora lontani dal poter dichiarare una fase di sicurezza rispetto al rischio di contagio covid 19, e nella piena consapevolezza che la ormai imminente fase 2 dovrà avvenire con una graduale e controllata ripresa delle attività sospese nel rigoroso rispetto delle misure di sicurezza (distanziamento sociale e utilizzo dei dispositivi di protezione), credo sia necessario individuare delle soluzioni per chi opera nel settore balneare, a prescindere dallo svolgimento o meno della prossima stagione.
Come medico sto vivendo in prima linea la drammaticità di questo momento, al punto da trovare a volte quasi inopportuno o irrispettoso verso chi ha perso la vita o i propri cari a causa del coronavirus, parlare di fase di ricostruzione, di problemi economici, ma purtroppo siamo chiamati a farlo perché sono purtroppo un altro lato del dramma che stiamo vivendo ed occuparcene fa parte del nostro ruolo politico.
Dare rassicurazioni o speranze, laddove possibile, cercando di aprire anche la visione di un eventuale scenario di uscita dall’emergenza attuale attraverso una attenta pianificazione del dopo, è nostro dovere. Sempre auspicando che non sia troppo lontano e nello specifico, per quelle che sono le mie competenze istituzionali, relativamente alla stagione balneare, nella speranza che sia consentito goderne, anche se in parte ed in modalità diversa, fornendo tutto il supporto che l’amministrazione potrà dare affinché questa diversità possa diventare una opportunità e non necessariamente presentarsi nella sola accezione negativa.
Siamo pienamente consapevoli della necessità di adottare tutte le misure possibili di sostegno per gli operatori balneari, ed abbiamo iniziato a ragionare su come sarà possibile ripensare ad una diversa ma allo stesso modo attrattiva e fruibile stagione balneare nel nostro litorale, anche precedendo quelle che saranno le direttive nazionali della fase 2 per farci trovare pronti se esse andranno in tal senso.
Un primo spiraglio è arrivato dall’ordinanza regionale del 16 aprile, che consente di procedere al montaggio degli stabilimenti, ma è chiaro che gli operatori necessitano di risposte chiare, di certezze riguardo alle modalità con le quali andranno ad operare in caso di apertura, per capire se saranno in grado di far fronte alle spese di apertura attività e se ci potrà essere margine di guadagno, anche per le difficoltà di operare con le necessarie disposizioni di sicurezza.
Il complesso quadro occupa un posto prioritario tra le criticità che ci troviamo a gestire in questo difficile momento, ed è per questo che nei giorni scorsi ho contattato gli operatori balneari per invitarli ad un incontro in videoconferenza per la prossima settimana, alla presenza del Sindaco e degli assessori competenti, al fine di discutere di tutte le possibili azioni di supporto che come amministrazione potremo mettere in atto e per ascoltare le loro proposte, studiarne la fattibilità e decidere insieme una strategia per affrontare la stagione balneare 2020, se ce ne saranno le condizioni. L’amministrazione è presente e si assumerà le proprie responsabilità anche in questo ambito: il Comune di Latina si farà trovare pronto, garantendo tutti i servizi essenziali alla balneazione disponibili nel momento dell’eventuale apertura condizionata della stagione balneare. Con gli operatori ci dovrà essere un lavoro di squadra, con disponibilità e supporto reciproci.
Dobbiamo ripensare le attività connesse alla balneazione in modo da rendere questa stagione – qualora fruibile – “diversa” ma ugualmente attrattiva, cercando di tirare fuori tutte le idee innovative che possono valorizzare il litorale nonostante le regole della convivenza con il virus. La diversità talvolta può aprire a possibilità inaspettate: l’importante ora è riacquistare fiducia, che una luce in fondo al tunnel c’è, e mettere in campo tutte le energie e le strategie per pensare ad una stagione balneare che ricorderemo per sempre.
A breve in commissione riporteremo anche il PUA, per avviarci alla approvazione definitiva in Consiglio Comunale.
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