Gaeta, gli imprenditori del turismo chiedono progettualità

L’associazione Gaet@t, che raccoglie aziende di commercianti e imprenditori principalmente impegnati nel comparto turistico, nei giorni scorsi hanno preso carta e penna.

I destinatari della missiva sono stati il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano. La richiesta non è semplicemente il rimettere in moto l’economia nella tanto annunciata ‘fase 2’ del Covid-19, ma bensì la progettualità per non dare il colpo di grazia ad un settore già in ginocchio.


“Gaet@t è un associazione che dal 2015, con oltre 100 aziende iscritte, rappresenta i commercianti, le partite iva, gli operatori turistici e i piccoli imprenditori che operano nella città di Gaeta. Ci permettiamo di inviarVi questa nostra a seguito dei Dpcm e dei vari provvedimenti e ordinanze pubblicate fino ad oggi. A causa della pandemia, che ci sta attanagliando, sono state prese varie misure a tutti i livelli per arginare il contagio del Covid-19 che oltre a ripercuotersi, in maniera subdola ed invisibile, sulla salute di tutti noi, nessuno escluso, ha costretto alla chiusura tutte quelle attività commerciali, ritenute non essenziali. La nostra primaria preoccupazione è la salute e proprio per questo molte attività hanno chiuso per loro scelta ancor prima che il Dpcm del 9 marzo 2020 si pronunciasse in tal senso. Comprendiamo benissimo di trovarci in una situazione di emergenza che ha imposto misure eccezionali per far fronte al contagio, allo scopo di limitare il diffondersi del terribile virus. Il primo pensiero di ognuno di noi è stato, dal principio, la necessità che il nostro apparato sanitario rimanesse sempre in grado di garantire i ricoveri, sia in terapia intensiva che non, a chiunque ne avesse bisogno, offrendo la migliore assistenza possibile. A tal proposito non possiamo che rendere omaggio a tutto il nostro eroico personale sanitario. Ora la nostra vera ed immediata preoccupazione è la salvezza delle nostre attività che rischiano di soccombere definitivamente se non vengono adottate contromisure adeguate. La nostra economia si basa prevalentemente sul turismo ed in particolar modo nel turismo estivo. I nostri associati gestiscono attività che fanno fronte al sostentamento di intere famiglie ed il numero di persone coinvolte nella gestione delle nostre piccole e medie aziende aumenta in maniera esponenziale se prendiamo in considerazione i dipendenti e l’indotto. È ormai palese che in attesa del vaccino tutti noi dobbiamo imparare a convivere con il virus rispettando tutte le direttive che giustamente ci impongono gli organi sanitari. Ma nel contempo le bollette delle utenze (compresi gli oneri di sistema) e gli affitti dei locali continuano a premere sul nostro bilancio pur senza un effettivo utilizzo degli stessi. Anche non producendo rifiuti e non potendo disporre degli spazi esterni, prima o poi dovremo pagare tasse per servizi che non abbiamo utilizzato ed a poco serve il rinvio dei pagamenti, come gli appuntamenti con il fisco, perché prima o poi dovremo comunque farvi fronte. La politica ci dà la possibilità di indebitarci ma non possiamo vivere di un prestito continuo. In Liguria si sta gradualmente provvedendo alla riapertura di determinate attività commerciali e turistiche o almeno si è data la possibilità di tornare sul proprio luogo di lavoro per la necessaria manutenzione aprendo uno spiraglio di luce sul futuro delle attività e proprio oggi la stessa Regione Lazio ha aperto qualche piccolo spiraglio in tal senso. Il nostro territorio, e nello specifico la provincia di Latina, per fortuna ha potuto contare un numero di casi positivi al Covid 19 di minore entità rispetto ad altre regioni o province d’Italia. La città di Gaeta in particolare, anche grazie alla solerte opera del nostro primo cittadino Cosmo Mitrano, ha riscontrato pochissimi casi di contagio ed è stata solamente sfiorata dal virus. Per tale motivo chiediamo di valutare provvedimenti molto più incisivi nella nostra zona. Purtroppo ad oggi non vediamo una progettualità che organizzi la ripresa del tessuto socioeconomico, non si parla di tamponi o di test sierologici che possano garantire, anche se per un periodo di tempo limitato, il cosiddetto “patentino d’immunità”, nulla che ci dia qualche speranza di riavviare il nostro lavoro, la nostra unica fonte di sussistenza. Siamo costretti dietro quattro mura domestiche, inermi e sconfortati, senza neppure riuscire a vedere un po’ di luce in questa drammatica situazione sanitaria ma anche economica, senza aver modo neanche di organizzare il nostro lavoro, nemmeno per un prossimo futuro. È urgente far ripartire l’economia, anche se in modo graduale, con il rispetto delle regole e delle necessarie precauzioni igienico sanitarie. Dovremo abituarci tutti a un cambiamento della vita, certamente; ma non riusciamo a rassegnarci a questo vuoto, questa inerzia, questa mancanza di programmazione, proprio noi che sull’organizzazione e la programmazione basiamo il nostro lavoro, il nostro sostentamento. Se non si riparte al più presto, il fallimento ucciderà chi si è salvato dal Covid-19”.

La lettera dell’associazione dei commercianti