Ermete Labbadia, laureato da anni in economia e commercio ma appassionato e con una tesi in statistica, ci accompagna nella lettura dei dati del contagio dell’emergenza Covid-19.

“Il grafico in alto ci mostra che nell’intera provincia di Latina negli ultimi 5 giorni, cioè dal 9 al 13 aprile, c’è stato soltanto un nuovo ricovero Covid, registrato il giorno 11 aprile.
Un miglioramento che ci fa ragionevolmente sperare che la situazione non sia così statica e che la fase 2 nella maggior parte delle regioni italiane non durerà mesi e mesi come prevedono le tabelle di rientro alle attività che circolano su internet. Fake news o tabelle reali elaborate da esperti che non hanno realmente capito come stia rallentando il contagio del Coronavirus?
Chiaramente non bisogna fare l’errore opposto: quello di considerarci fuori pericolo o pensare che l’emergenza sia già finita. Il grafico in basso mostra l’andamento dei nuovi positivi accertati sempre in provincia di Latina .
Come mai in questo grafico il numero dei nuovi positivi sembra costante? Perché, come abbiamo scritto anche nei giorni precedenti, inizialmente venivano sottoposti a tampone soltanto le persone con sintomi gravi, in una seconda fase sono stati testati anche quelli con pochi sintomi, mentre ultimamente i test sono stati estesi ai nuclei familiari dei positivi, agli operatori sanitari, alle case di riposo.
Se questo tipo di test fosse stato fatto anche nella fase iniziale e centrale avremmo avuto in quei periodi un numero di positivi anche 10 volte superiore a quello comunicato.
Tra qualche giorno probabilmente assisteremo nei comunicati anche all’azzeramento dei nuovi positivi. Ma anche in questo caso non significa che si è completamente fuori pericolo.
Potrebbero esserci nuclei familiari composti da tutti asintomatici e che quindi in una situazione senza precauzioni e giusto distanziamento potrebbero far partire nuovi focolai pericolosi ovviamente anche per le vite delle persone.

Ma è molto ragionevole pensare che dopo poco più di una quindicina di giorni (non mesi) anche questo pericolo verrà a cessare.
Questa considerazione potrà essere, a nostro avviso, valida in una situazione con tassi di letalità (rapporto tra decessi e casi positivi) non molto alti (inferiore al 5%).
Nella provincia di Latina al 13 aprile i decessi sono stati 17 e i casi accertati 432, quindi il tasso di letalità apparente è del 3,94%. Siamo quindi in una situazione molto simile ora in provincia di Latina a quella in cui la Cina ha iniziato la fase 2.
La situazione della provincia di Latina non è anomala. Ci sono già diverse regioni che hanno raggiunto ormai da due o tre giorni o anche più l’azzeramento o poche unità di nuovi ricoverati.
Parliamo innanzitutto del Molise, della Basilicata e dell’Umbria in cui si può parlare forse già di azzeramento vero e proprio di nuovi ricoverati, ma anche la Calabria sembra aver raggiunto questa stabilizzazione e si stanno aggiungendo da un paio di giorni anche la Sardegna e la Valle d’Aosta.
Una situazione che secondo le nostre previsioni al 25 aprile sarà raggiunta da 16 o 17 regioni italiane. Le uniche che al 25 aprile avranno probabilmente ancora un numero di nuovi ricoverati superiori a 3 (tre) al giorno saranno soltanto la Lombardia, L’Emilia Romagna, il Piemonte e forse il Veneto.
Crediamo che sicuramente dopo la metà di maggio, in virtù sia di queste forti differenziazioni regionali e sia della situazione di riaperture che si creerà negli altri paesi occidentali, i modelli per la fase 3 saranno molto diversi da quelli pessimistici che circolano in questi giorni in Italia.
Ricapitolando, a nostro avviso, è importante mantenere la più massima prudenza possibile per 15/20 giorni dopo l’azzeramento di ricoverati in situazioni con tassi di letalità inferiori al 5%.
Più il tasso di letalità è superiore e più la situazione del contagio reale è stata sottostimata e quindi la prudenza dovrà essere ancora maggiore.
I tassi di letalità in questo momento sono 3,94% in Umbria, 5,64% in Basilicata, 5,84 nel Molise, 7,22% in Calabria, 6,65% in Sardegna , mentre è abbastanza alto in una regione che pure ha pochi nuovi casi riscontrati, cioè la Valle d’Aosta (12,41%).
La situazione, anche se in forte miglioramento, rimane con numeri di nuovi positivi molto elevato in Lombardia, che ha un tasso di letalità apparente del 18,07 %, e consistente anche in Emilia Romagna (T.L 12,79%) e nel Piemonte, che è la regione con il miglioramento meno marcato in questi giorni (tasso di letalità apparente al 10,66%).