Via libera alla trasformazione dei Punti di primo intervento degli ospedali di Cori e Priverno in Punti di assistenza territoriale.
Il provvedimento regionale, sospeso in prima battuta con decreto del giudice del Tar del Lazio, Francesca Ferrazzoli, sentite le parti in udienza ha ora ottenuto l’ok dello stesso Tribunale amministrativo.
I giudici hanno respinto la richiesta di congelare quell’atto avanzata dal Comitato civico per la difesa dell’ospedale di Cori e dal Comune di Cori, che tramite l’avvocato ed ex sindaco Tommaso Conti hanno presentato due ricorsi contro il commissario ad acta sanità per la Regione Lazio, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Lazio e l’Asl di Latina, impugnando il decreto del commissario del 14 novembre relativo appunto alla trasformazione dei PPI, ora denominati PAT, prevedendo che gli stessi vengano presi in carico integralmente e incardinati nella UOC assistenza medica e specialistica afferenti al dipartimento di assitenza primaria.
Secondo i ricorrenti si tratta di un depotenziamento degli ospedali, in particolare sul fronte dell’emergenza sanitaria, e di un rischio per i cittadini.
L’Asl di Latina, difesa dagli avvocati Valerio Tallini e Massimo Valleriani, ha invece sostenuto che i Pat non c’entrano nulla né con l’emergenza, di cui si occupano i pronto soccorso e l’Ares 118, né con l’emergenza Covid-19, che non possono fronteggiare non avendo percorsi differenziati.
I giudici, considerando che l’atto impugnato è già stato superato da un atto successivo e che nei Pat viene comunque garantita l’assistenza ai cittadini come accadeva nei Ppi, senza dunque alcun pregiudizio “grave e irreparabile” per i ricorrenti, hanno così deciso di non sospendere il provvedimento.