Resta nelle mani dello Stato la villa dei Ciarelli in via Plutone, a Latina.
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso di Luigi Ciarelli “manifestatamente infondato” e lo ha dichiarato inammissibile.
Il patrimonio della famiglia di origine nomade è stato sequestrato nell’aprile 2010, a tre mesi di distanza dal tentato omicidio di Carmine Ciarelli e dagli omicidi di Massimiliano Moro e Fabio Buonamano, l’inizio secondo gli inquirenti di una guerra criminale tra rom e non rom per il controllo degli affari illeciti nel capoluogo pontino e che ha portato gli stessi inquirenti ad accendere un faro sulle attività portate avanti dalle famiglie di origine nomade.
I beni sono stati quindi confiscati dal Tribunale di Latina.
Luigi Ciarelli, 34 anni, figlio di Carmine, ha chiesto la revoca della confisca dell’immobile di via Plutone a lui intestato.
Per i giudici il 34enne era solo un prestanome del padre, mentre Luigi Ciarelli ha sostenuto di aver acquistato quella villa con i soldi che gli erano stati donati dai nonni, 51.300 euro, depositati su un libretto bancario insieme ad altri quattrocento milioni di lire.
Mancando prove certe su quei passaggi di denaro e sulla provenienza delle somme, il Tribunale di Latina nel 2017 e la Corte d’Appello di Roma lo scorso anno hanno però confermato la confisca, resa ora definitiva dalla Cassazione.