Addio concessione demaniale a Gaeta per la società Cantieri Navali del Golfo.
Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, annullando la sentenza emessa lo scorso anno dal Tar del Lazio e avallando così la decisione dell’Authority di negare il rinnovo della concessione demaniale marittima, invitando la curatela fallimentare della srl a sgomberare e a ripristinare l’area in concessione.
La Cantieri Navali del Golfo, nata da una scissione della Italcraft e parte del gruppo Rizzardi travolto dai crack, oggetto di indagini ancora in corso, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Roma il 5 dicembre 2013.
La curatela ha impugnato le due note dell’Autorità Portuale del 2016, relative al rigetto dell’istanza di rinnovo della licenza di concessione del 12 settembre 2012, intimando lo sgombero e la riduzione in pristino dell’area demaniale concessa in godimento a Gaeta, in località Conca, e al rigetto dell’analoga istanza per la licenza di concessione del 2010, anch’essa con intimazione di sgombero e di riduzione in pristino dell’area demaniale concessa a Gaeta, in località Calegna.
Un ricorso accolto dal Tar, ritenendo che l’Authority non avesse tenuto bene in conto il via libera dato dal Tribunale di Roma al pagamento dei canoni arretrati e il buono stato dell’area, tanto che sempre il Tribunale aveva acconsentito all’affitto dei rami d’azienda.
Il Consiglio di Stato ha invece avallato la decisione dell’Autorità portuale, considerando che, come specificato dal Ministero, la curatela appellata ha omesso il pagamento di una serie di canoni demaniali per gli anni 2014, 2015 e 2016 ed è “rimasta inerte di fronte allo stato di abbandono dell’area Calegna in concessione ormai da tempo scaduta”.
Palazzo Spada ha inoltre sottolineato che “la curatela era stata autorizzata con provvedimento del 7 gennaio 2016 del Tribunale fallimentare di Roma ad effettuare in prededuzione i pagamenti per i canoni scaduti in relazione alle concessioni in controversia” e che “dunque il Ministero interessato andava e va considerato come un creditore privilegiato“. Addio concessioni.
Scritta così l’ennesima pagina di una storia ancora oggetto di indagini, su un’area che era stata individuata per il cosiddetto progetto ce.se.na, un centro servizi integrati che avrebbe portato a un affare di circa cento milioni di euro.
Ma ancora tanti sono appunto gli aspetti da chiarire sul crollo del gruppo Rizzardi e su tutto quello che vi è ruotato attorno, con ripercussioni pesantissime soprattutto per l’economia della provincia di Latina.