Condanna definitiva per la responsabile, all’epoca dei fatti, della Conservatoria dei registri immobiliari di Velletri, accusata di induzione indebita a dare o promettere utilità.
Giuseppina Cianfoni, 63 anni, di Rocca Massima, è finita imputata per essersi fatta dare da un utente 200 euro per trascrivere una sentenza del Tribunale civile, relativa al trasferimento di una proprietà a favore dello stesso, e per avergli poi chiesto, in questo caso senza ottenerli, ulteriori 730 euro.
Una vicenda emersa dopo la denuncia presentata dalla vittima alla Guardia di finanza.
La 63enne è stata condannata dal Tribunale di Velletri a tre anni e mezzo di reclusione, una sentenza confermata dalla Corte d’Appello di Roma e poi annullata per un cavillo in Cassazione, che ha disposto un nuovo giudizio di secondo grado.
Il 19 febbraio 2019 la Corte d’Appello di Roma ha quindi confermato nuovamente la sentenza emessa dal Tribunale di Velletri e ora la Suprema Corte l’ha resa definitiva, dichiarando inammissibile il ricorso della 63enne.
Quest’ultima si è giustificata dicendo che i 200 euro le erano stati offerti dall’impiegata dello studio notarile a cui si era rivolto la vittima e che lei non li aveva accettati, aggiungendo anche che i 730 euro erano invece la somma dovuta allo Stato per la pratica da svolgere.
Le prove raccolte sulla colpevolezza dell’imputata sono state invece ritenute sufficienti dai giudici, che oltre a confermare la condanna hanno condannato Giuseppina Cianfoni anche a pagare le spese processuali, a versare duemila euro alla Cassa delle Ammende e a pagare oltre 3.500 euro di spese alla parte civile.