Nella giornata di martedì, al termine di un complesso iter giudiziario protrattosi per ben 10 anni, il Tribunale penale collegiale di Frosinone ha pronunciato la sentenza di primo grado relativa al presunto sequestro di Mariana Mindru, una donna rumena all’epoca ventenne: tutti e tre assolti i principali imputati, ovvero i giovani a suo tempo indicati dalle forze dell’ordine come aguzzini.

Secondo la Procura della Repubblica di Frosinone e al Comando provinciale dei carabinieri nel dicembre del 2010 la donna era stata prelevata con la forza dal capoluogo ciociaro e quindi condotta a Itri, rapinata del telefono e segregata in un’abitazione. A distanza di alcuni giorni andò in scena un blitz dei militari dell’Arma, che portò alla liberazione. O, almeno, a quella che venne inquadrata come una liberazione, considerando gli esiti odierni.
Come anticipato, infatti, i tre imputati con le posizioni penalmente più rilevanti – i rumeni Cristian Vladut Sarban, Mircea Artegan e Florin Druta, tutti difesi dall’avvocato Igor Ruggieri – sono stati assolti a margine di un iter che ha annoverato anche una rogatoria internazionale, che in virtù di una eccezione sollevata dalla difesa è stata ripetuta. La tesi sostenuta dal legale del terzetto, molto critica verso l’operato degli inquirenti, è stata accolta. Qual era? Che la donna non fosse stata rapita, ma che fosse in realtà fuggita dai suoi reali sfruttatori per rifugiarsi dai connazionali poi arrestati per sequestro di persona, lesioni e rapina. Secondo l’accusa, invece, erano proprio gli uomini all’epoca finiti in manette ad aver tentato di sfruttare la donna come prostituta. Concluso il processo, l’avvocato Ruggieri si è detto “molto soddisfatto del lavoro fin qui svolto, nonché dell’operato del Tribunale”.