Il “falso cieco” era cieco per davvero: assolto dopo odissea giudiziaria

Come sempre sostenuto, non aveva barato. Anzi. Il “falso cieco” era cieco per davvero. Ed è stato assolto dopo una lunga odissea giudiziaria.

Secondo le indagini condotte all’epoca dal sostituto procuratore Giuseppe Bontempo col supporto dei carabinieri, l’uomo, Vincenzo Nappi, usciva tranquillamente da casa e, accompagnato, si recava a fare la spesa. Movimenti che gli inquirenti avevano ritenuto incompatibili con il dichiarato stato di cecità totale dell’uomo, che venne quindi indagato a piede libero con l’ipotesi di reato di truffa. Per il magistrato titolare delle indagini il “falso cieco”, dipendente pubblico residente a Latina, tra il gennaio del 2008 e il febbraio del 2014 aveva percepito indebitamente oltre 58mila euro complessivi, dopo aver gabbato la Commissione medica deputata ad accertare gli stati d’invalidità civile dell’Asl pontina. E invece quei soldi gli spettavano: non era un simulatore. Né tantomeno un truffatore.


Nella giornata di lunedì il giudice monocratico del Tribunale di Latina Beatrice Bernabei ha finalmente scagionato l’uomo, oggi 62enne, da ogni accusa. Accogliendo sia le richieste avanzate dal difensore, l’avvocato capitolino Marco Cicimurri, che dallo stesso pubblico ministero rappresentante dell’accusa. Decisiva, in tal senso, la produzione delle consulenze di un medico legale e di un oculista, che non si prestano a interpretazioni di sorta: con un residuo perimetrico binoculare inferiore al 3%, come anticipato il 62enne è davvero cieco assoluto.

Un non vedente a tutti gli effetti, che a margine di una lunga battaglia giudiziaria ha visto riconosciuto non solo il proprio stato di difficoltà, ma anche la propria correttezza. “Non posso che esprimere tutta la mia soddisfazione, alla fine siamo riusciti a dimostrare la verità”, il commento del legale dell’interessato. Il quale, suo malgrado, nel frattempo è però andato incontro anche al peso della gogna mediatica.

“Purtroppo, ci si sofferma a guardare le cose con troppa superficialità, senza chiedersi né come, né perché”, commenta un familiare del malcapitato. “Proprio per questo il ‘presunto’ diventa troppo semplicemente colpevole, pronto per essere dato in pasto alla gogna mediatica, sempre più affamata”. Un meccanismo che ha finito per calpestare la dignità di un uomo che ogni giorno si sveglia sapendo di dover convivere, come da 26 anni a questa parte, con una patologia tanto invalidante: “Quest’ultima non gli ha concesso alcuna pausa tra il 2008 e il 2014”. Senza contare che, sottolineano ancora dalla famiglia, “scendere dall’auto per fare spesa non è incompatibile con la sua condizioni fisica, lo si può fare anche ad occhi chiusi. ‘Fortunatamente’ è soltanto cieco, non ha conclamati problemi motori”.

Chiaro, il pensiero centrale: “Abbiamo assistito a un ingiustificato accanimento giudiziario contro una persona che ha fatto di tutto per conservare un minimo di autonomia nella vita di tutti i giorni. Ovviamente il tempo ‘perso’ a difendersi da accuse infondate non torna indietro. Inutile aggiungere che i danni che ha subìto sono anche economici: chi gli ridarà i soldi spesi per sostenere le visite mediche e l’assistenza legale?”.