Omicidio della postina, nell’appello bis chiesto l’ergastolo

I carabinieri all'interno del multipiano dove è avvenuta l'aggressione

Ergastolo. Questa la condanna chiesta per Arianna Magistri dal procuratore generale Roberto Cavallone, nel nuovo processo d’appello sulla morte nel parcheggio multipiano di Sperlonga di Anna Lucia Coviello.

Il 16 giugno 2016, nel parcheggio vicino all’ufficio postale, venne trovata ai piedi delle scale e con gravi ferite la 63enne Anna Lucia Coviello, di Terracina.


La vittima, dipendente delle Poste, venne ricoverata all’ospedale “Goretti” di Latina, dove morì dopo una settimana di agonia.

I carabinieri arrestarono Arianna Magistri, 45 anni, di Formia, collega della terracinese.

Per gli inquirenti, l’imputata avrebbe fatto precipitare la 63enne dalle scale, provocandole fratture del cranio e una vasta emorragia, dopo averla perseguitata per circa due anni.

Un omicidio volontario compiuto dopo mesi di stalking.

E con tali accuse il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, ha condannato la formiana a sedici anni di reclusione.

In appello però è arrivata l’assoluzione dall’accusa di stalking, l’omicidio è stato inquadrato come un omicidio preterintenzionale e Magistri è stata condannata a sei anni di carcere.

Una decisione annullata dalla Corte di Cassazione, disponendo un nuovo processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma.

Nel nuovo processo il procuratore generale, battendo sull’omicidio volontario, ha quindi ora chiesto l’ergastolo per l’imputata, sostenuto dalle parti civili.

L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo 20 marzo, quando per la difesa parlerà anche l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo. E in quella data è prevista anche la nuova sentenza.

L’avvocato Cardillo Cupo al momento non commenta la richiesta dell’ergastolo avanzata dalla Procura Generale di Roma e si limita a una battuta ironica: “Fortunatamente non è stata chiesta la sedia elettrica”.