I provvedimenti di espulsione si accavallano, in attesa della Cassazione fermo non convalidato

Poco dopo una condanna in primo grado per i reati di maltrattamenti in famiglia, resistenza e minacce a pubblico ufficiale, nonché danneggiamento, è stato fermato, nonostante la pena sospesa. Il motivo? Nel frattempo è stato raggiunto da un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale: extracomunitario, non era in regola con i documenti. Tutto stoppato, però: il provvedimento in questione non è stato convalidato. Momentaneo sospiro di sollievo per l’interessato, un 31enne sudamericano residente da anni a Fondi e assistito dall’avvocato Giovanni Valerio.

Ad agosto l’uomo era stato arrestato mentre già si trovava ai domiciliari. A suo carico, una serie di accuse che andavano dall’aver picchiato in più occasioni la compagna, all’aver tentato di intimidire i carabinieri che si erano presentati presso la sua abitazione (“Ti devo sparare in testa, sono cazzi tuoi, ti devo uccidere”; “Sono un delinquente e vendo la cocaina, non minacciare di portarmi in carcere”, alcune delle frasi che avrebbe pronunciato all’indirizzo degli uomini dell’Arma).


Mercoledì, dopo aver optato per il rito abbreviato, il processo di primo grado. Per il 31enne il pm aveva chiesto due anni e quattro mesi di reclusione, mentre il giudice ha optato per una condanna pari a un anno e dieci mesi, con sospensione della pena. A margine, come anticipato, la notifica del provvedimento di allontanamento dall’Italia. Seguita giovedì dalla mancata convalida, disposta dal giudice di pace di Frosinone: sul 31enne straniero – che ha la madre italiana, una compagna italiana e una figlia italiana – pende infatti un analogo procedimento di espulsione, per cui si attende la pronuncia della Corte di Cassazione.