Tutto da rivedere nella gara con cui, lo scorso anno, l’Asl di Latina ha assegnato l’appalto per la fornitura di 68.000 biberon, completi di ghiera e tettarelle.
Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello della milanese Labor Baby srl, esclusa dalla stessa gara, e annullato l’aggiudicazione dell’affare disposta, nell’ambito di una procedura negoziata sotto soglia, a favore della Lifetech Care srl di Pescara.
L’appellante si era vista contestare la mancata corrispondenza del prodotto offerto con le indicazioni contenute nei chiarimenti resi in ordine ad un requisito tecnico di partecipazione.
Nello specifico, l’azienda era stata esclusa il 15 febbraio scorso dall’Asl in quanto nel dispositivo proposto le tettarelle erano “poste sopra la ghiera e non sotto la ghiera, come chiarito nell’ambito di una specifica risposta a un quesito formulato e pubblicata sul sito aziendale”.
Per Palazzo Spada l’importante è che il dispositivo fosse sicuro e con la scelta fatta, fornendo quello che doveva essere solo un chiarimento, l’Azienda sanitaria avrebbe di fatto modificato il capitolato.
Per i giudici infatti “il chiarimento non ha assunto una funzione neutrale e meramente esplicativa di un contenuto implicito della clausola del capitolato”, ma “ha introdotto un elemento addittivo che ha modificato la portata del requisito tecnico, restringendo la platea dei potenziali concorrenti al più circoscritto sottoinsieme degli operatori in grado di offrire biberon muniti di tettarella fissata con ghiera soprastante”.
Annullati così i provvedimenti di esclusione dell’appellante e di aggiudicazione della gara.
E dichiarato inefficace il contratto siglato dall’Azienda sanitaria con la società di Pescara a maggio.
Ora il rischio, oltre a dover rivedere l’assegnazione della fornitura, almeno per i prodotti che ancora non sono stati consegnati, è che l’Azienda sanitaria finisca anche per dover risarcire l’azienda milanese per il danno subito.