Corruzione, maresciallo della Finanza degradato: il Tar conferma

Il Tar di Latina

Degradato. Confermata dal Tar di Latina la sanzione disciplinare della perdita di grado per rimozione, inflitta dal comandante interregionale dell’Italia centrale della Guardia di finanza a Carmine Speranza, ex maresciallo in servizio presso la tenenza di Aprilia, coinvolto due anni fa nell’inchiesta denominata “Super Job” e arrestato.

I colleghi del sottufficiale, indagando su un sistema di cooperative messo in piedi per evadere milioni di imposte, scoprirono una serie di soffiate su verifiche fiscali e indagini in corso fatte agli imprenditori coinvolti nei raggiri.


A parlare, secondo gli inquirenti, sarebbe stato Speranza, arrestato con le accuse di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.

Soffiate che l’ex maresciallo avrebbe fatto in cambio di denaro e di alcuni regali come orologi, generi alimentari e casse di vino.

Una vicenda per cui il sottufficiale, che tre mesi fa è stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, a quattro anni e quattro mesi di reclusione, è stato messo alla porta dalle Fiamme gialle e iscritto d’ufficio nel ruolo dei militari di truppa dell’Esercito italiano senza alcun grado.

Il provvedimento è stato impugnato dall’ex maresciallo, ma il Tar ora lo ha avallato.

La condotta di Speranza è stata considerata dalla Guardia di finanza una “gravissima violazione dei doveri di correttezza e lealtà assunti col giuramento prestato”.

Per i giudici amministrativi, “tenuto conto della natura dei fatti addebitati al ricorrente, si ritiene che nessun particolare accertamento fosse necessario per avere conferma di quelle che ad ogni evidenza è una gravissima lesione al prestigio del corpo di appartenenza, venendo in questione attività penalmente illecite e di per sé screditanti e lesive per l’immagine della Guardia di finanza, ciò specialmente in considerazione dell’affidamento riposto dalla collettività, chiamata a rispettare i propri obblighi tributari, sulla morigeratezza delle persone preposte alle delicate funzioni di polizia economico-finanziaria”.

Una sanzione né sproporzionata né irragionevole. Il Tar ha dunque rigettato il ricorso, precisando soltanto che se Speranza verrà poi definitivamente assolto potrà presentare entro sei mesi dall’assoluzione definitiva un’istanza per far riaprire il procedimento e far così riconsiderare la sanzione disciplinare a lui inflitta.