A Fondi il “discount” dei certificati medici falsi: 70 denunciati e 11 arrestati. Ecco chi sono

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ULTIMO AGGIORNAMENTO 5 NOVEMBRE 2021 – Una “corsa al certificato medico falso” con prezzi da “discount”, hanno spiegato gli inquirenti, ma “quasi alla luce del sole”. Per ottenere illegalmente, di caso in caso, vantaggi economici come il riconoscimento dell’invalidità per patologie inesistenti, oppure più propriamente criminali, come ottenere armi, uscire dal carcere o dai domiciliari. I costi? Tutt’altro che impegnativi: trai 50 e i 100 euro. 

Un sistema corruttivo articolato e che secondo gli investigatori andava avanti da tempo, vedendo al centro un medico del Csm di Fondi, finito nella prima mattinata di martedì in manette assieme ad altre dieci persone. Settanta, invece, i soggetti denunciati a piede libero nell’ambito dell’operazione scattata oggi tra Fondi, Monte San Biagio e Terracina, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina e condotta dai carabinieri del Nas.


In carcere sono finiti il dottor Antonio Quadrino, dirigente medico psichiatra del Csm, l’avvocato Stefania Di Biagio, Silvana Centra, Massimiliano Del Vecchio, il medico legale di Nettuno Antonio Di Fulvio, Bruno Lauretti, Mary Lombardozzi (AGGIORNAMENTO: difesa dagli avvocati Marco Giovannoni e Oreste Palmieri, è stata assolta dall’imputazione di concorso in corruzione e falso ideologico con sentenza emessa il 27 ottobre 2021 dal Tribunale di Latina), Fausta Mancini e Tania Pannone, mentre agli arresti domiciliari sono stati posti Aldo Filippi, comandante della polizia municipale di Monte San Biagio, e Tommaso Rotunno.

Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, falso ideologico, interruzione di pubblico servizio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e truffa ai danni dello Stato, nonché di false attestazioni e certificazioni. Nell’arco dei mesi in cui si è protratta l’attività investigativa, avviata nel 2018, grazie a mezzi tradizionali e telecamere sono stati documentati circa 150 episodi illeciti. Portando peraltro al sequestro, a margine, di oltre 100 armi indebitamente detenute tra le province di Roma, Latina e Caserta.

“Un bacino enorme”, sottolineano i carabinieri, quello della rete che girava attorno al camice bianco con base presso il Centro di Salute Mentale della Piana: c’erano ‘clienti’ che, sulla scorta del passaparola, arrivavano da ben oltre i confini provinciali.

“Il predetto, in violazione dei doveri di pubblico ufficiale e dei principi di imparzialità ed indipendenza, riceveva indebitamente somme di danaro per compiere atti contrari ai propri doveri”, rimarcano gli inquirenti. “Tra questi, nello specifico, ha assunto particolare rilievo il rilascio sistematico di certificazioni psichiatriche e medico-legali finalizzate a far ottenere ai pazienti (tutti consapevoli e interessati a fruire surrettiziamente dei benefici di legge) punteggi aggiuntivi per il raggiungimento di pensioni di invalidità o per il loro aggravamento, concessioni o benefici attribuiti dalla legge 104/1992 e per il rilascio o rinnovo del porto di fucile ad uso caccia. In tali condotte, il medico si avvaleva della complicità di un avvocato del Foro di Latina, di alcuni responsabili operanti presso patronati dell’area pontina nonché di intermediari, tutti destinatari di misure cautelari personali.

Innumerevoli episodi sono stati oggetto di documentazione da parte del Nas in cui il citato dirigente medico, previo indebito compenso (mediamente 100 euro a pratica), redigeva false certificazioni senza l’esecuzione della visita al paziente, certificando false patologie o fittizi aggravamenti di malattie, agevolando anche la scarcerazione di detenuti o legittimando l’allontanamento dagli arresti domiciliari di soggetti sottoposti a tali misure”.

Non solo: “Nel medesimo contesto – continuano dall’Arma – sono stati rilevati casi di assenteismo da parte dello stesso sanitario che, in più occasioni, dopo avere abbandonato il posto di lavoro, disimpegnava incombenze di natura personale, attestando lo svolgimento dell’intero l’orario di lavoro e determinando sia il turbamento della regolarità di un pubblico servizio che un’indebita percezione stipendiale stimata in circa 2.000 euro”.

Particolarmente amareggiato, il commento di chi ha curato l’indagine, che ha parlato di un “servizio sanitario pubblico sottomesso a interessi personali e in alcuni casi delinquenziali”. Senza che nessuno, dall’Asl, se ne accorgesse.

Nel corso della fase esecutiva odierna, sono stati impegnati 80 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute, dei Comandi Provinciali di Roma e Latina e del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pratica di Mare.