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La situazione della torbidità delle acque, sta portando ad una nuova battaglia tra cittadini e associazioni del sud pontino ed Acqualatina. A prendere carta e penna, infatti, e scrivere una lettera in cui si chiamano in causa praticamente tutte le istituzioni del comprensorio, della provincia, nonché tutti i sindaci del territorio del gestore idrico, il Coordinamento Acqua Sud Pontino, l’Associazione Cittadini per la Tutela dei Beni Comuni di Formia, l’Associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine e l’Associazione Pendolari Stazione di Minturno Scauri.
“Con la presente – si legge nella nota – intendiamo manifestare alle istituzioni in indirizzo il nostro disappunto all’ennesima richiesta di fondi (ben 150 milioni di euro) inoltrata al Governo e alla Regione dalla società Acqualatina S.p.A., gestore del servizio idrico integrato dell’ATO4 della Regione Lazio. Riteniamo necessario ricordare che nel 2018 la dispersione idrica è giunta al 72%; sono stati immessi negli acquedotti 134 milioni e mezzo di metri cubi di acqua potabile e ne sono stati fatturati solo 35 milioni (i dati sono tratti dai rapporti informativi di Acqualatina). Il nostro gestore, però, ha il coraggio di chiedere al Governo nazionale e alla Regione Lazio cospicui finanziamenti (150 milioni di euro!) affinché nei prossimi 15 anni si possa ridurre la dispersione idrica al 35% sul territorio dell’Ato4. Non comprendiamo come possa affermare la suddetta società di essere venuta – solo oggi – a conoscenza della disastrosa situazione della rete idrica ignorandola al momento del passaggio di gestione, mentre già dalla Relazione Lotti, del dicembre del 1999, in cui fu effettuata l’attività di ricognizione svolta nel contesto dello studio di formulazione del Piano d’Ambito furono raccolte informazioni e dati necessari a formulare un quadro affidabile dello stato di fatto del servizio idrico e così pure nelle Delibere della Conferenza dei Sindaci Ato4 del 1999, 2002, 2004 si riportano dati di dispersione idrica del 70% tanto da aver individuato come prioritario l’obiettivo degli investimenti sul ripristino delle reti e riduzione delle perdite, impegni di spesa adottati nei Piani d’Ambito dal lontano 2002; che il Gestore non dica il vero risulta documentalmente da innumerevoli atti:
• sin dall’atto del proprio insediamento (anno 2002/2003), con riferimento alla dispersione idrica dell’ATO 4, Acqualatina S.p.A. si impegnava a ridurre «le dispersioni, intese come differenza tra volume immesso in rete e volume misurato alle utenze, dal 74% al 40% nei successivi sei anni» (cioè, entro il 2009);
• in data 14.01.2008, in ragione di una rilevante crisi idrica sofferta nel 2007, i vertici di Acqualatina S.p.A. parteciparono ad un Consiglio Comunale di Formia nel corso del quale evidenziarono che “il sistema idrico nei comuni dell’ATO 4 assicurasse una dotazione idrica media di 800 litri giornalieri per abitante, di cui in realtà ne giungevano 150/200 circa poiché gli altri si perdevano nella rete”;
• in seguito ad altra grave crisi idrica che colpiva il sud pontino nel 2012, nel Consiglio Comunale di Formia del 17.12.2012 si trattavano i temi della carenza idrica e della torbidità dell’acqua, per risolvere i quali l’A.D. dell’epoca dettava priorità ed opere evidenziando che «la media delle perdite in questo territorio era dell’80% e che la priorità assoluta era quella di aggredire le perdite, sostituendo le reti idriche e mappando le reti del sud pontino; promettendo di realizzare poi l’intervento in due/tre anni a partire dal 2013, per portare la situazione del sud pontino dal 20% ad almeno il 40% di rendimento (… ) e affermando che «altrimenti, anche aumentando le fonti, non si sarebbe riusciti a fronteggiare in modo permanente il problema delle criticità idriche di questo territorio».
Ad oggi, tutte le promesse e i piani di investimento sono stati, invece, clamorosamente disattesi. Riteniamo necessario sottolineare la mala gestio adoperata dalla suddetta società negli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica dei nostri territori che hanno comportato un aumento della dispersione idrica e sperpero di danaro pubblico per il ripetersi degli interventi ad opera delle ditte appaltatrici più volte e sugli stessi tratti di rete (appalti spesso affidati con ribassi che sfiorano il 50%). Non possiamo non riportare all’attenzione delle istituzioni che, dopo mesi di carenza idrica, interruzioni e sospensioni con danni incalcolabili per l’utenza, anche per l’insufficienza e l’inadeguatezza dei mezzi sostitutivi che la S.p.A. avrebbe dovuto approntare, la stessa ha già goduto incredibilmente di ulteriori stanziamenti effettuati nel 2017, con OCDPC n. 474/2017 del Presidente della Regione Lazio per la realizzazione di opere che avrebbero dovuto sopperire ad una ipotetica crisi idrica futura quali: condotta Cellole/Minturno e campo pozzi dell’Acerbara (Formia). Opere alcune ancora da completare e altre, come il campo pozzi, su cui si attendono gli esiti di uno studio di verifica per un potenziale rischio di risalita del cuneo salino che renderebbero l’opera inutilizzabile.
Riteniamo necessario portare alla Vs attenzione come in occasione di piogge un po’ più intense, gli utenti del Sud Pontino si trovano a non poter utilizzare l’acqua per usi domestici e alimentari.
Nell’arco di 12 mesi (ottobre 2018 – novembre 2019) il gestore, tramite comunicazioni via sms, avvertiva la cittadinanza dei fenomeni di torbidità in ben sei circostanze (20/11/2018 ore 16.47, 15/12/2018 ore 16.54, 02/02/2019 ore 10.54, 28/05/2019, 23/09/2019, 03/11/2019) a seguito delle quali alcuni Comuni del sud pontino emettevano ordinanze di non potabilità per diversi giorni (ex multis: Comune di Formia: Ordinanza n. 21 del 20/11/2018, Ordinanza n. 26 del 15/12/2018, Ordinanza n.32 del 28/05/2019, Ordinanza n.77 del 03/11/2019).
Intendiamo ricordare quanto avvenuto nel Comune di Ventotene dove la società Acqualatina S.p.A. ha proceduto all’istallazione di un dissalatore temporaneo (Novembre 2017) e la produzione di acqua a bassissima durezza hanno provocato fenomeni, tuttora non completamente risolti, di torbidità e presenza di metalli pesanti (ferro, piombo e nichel). Solo nel giugno u.s. è stato istallato un mineralizzatore per aumentare la durezza (Calcio + Magnesio) e rendere l’acqua meno aggressiva per le tubazioni. Nel frattempo prosegue la sostituzione delle condotte in metallo. L’isola praticamente è senza acqua potabile da ben due anni. L’istallazione del dissalatore su Ponza, se non si fa tesoro dell’esperienza di Ventotene e si procede con misurata prudenza, competenza ed esperienza, rischia di provocare una crisi idrica ben più grave poiché in tal caso la popolazione residente sull’isola raggiunge le 3.376 unità (Istat 01 01 2019).
Non possiamo non sottolineare l’assenza della parte pubblica in seno a questa società. La Conferenza dei Sindaci, unitamente alla Segreteria Tecnica Operativa devono svolgere il ruolo di controllore dell’operato del Gestore e in particolare hanno il potere di decidere la programmazione delle opere da realizzare e dettarne le priorità. Abbiamo però assistito al progressivo depotenziamento della STO, privata di personale adeguato allo svolgimento di compiti di verifica e constatiamo, con tanta indignazione, che tali compiti, meritevoli della massima attenzione, non sono svolti efficacemente lasciando la parte privata spadroneggiare e appropriarsi della risorsa idrica.
A tal fine, Chiediamo alle Ill.me SS.LL. in indirizzo, ciascuna per quanto di Sua competenza, di valutare con la massima attenzione la richiesta proveniente dall’attuale gestore idrico Acqualatina S.p.A., di stanziare ulteriori fondi per il rifacimento della rete idrica ormai ridotta ad un colabrodo, affidandola addirittura allo stesso che, in diciassette anni dal suo ingresso, ha manifestato tutta la sua inadeguatezza; nella non creduta ipotesi che si addivenisse all’erogazione di tale ingente finanziamento riteniamo necessaria la nomina di un commissario straordinario che vigili su tutte le operazioni che la Società porrà in essere, dalle gare d’appalto alla verifica dell’esecuzione delle opere a regola d’arte;
Chiediamo all’Ato4 e ai Sindaci in seno alla Conferenza, che rappresentano il 51% della società Acqualatina, di richiedere, nell’esercizio del proprio diritto di controllo, una ispezione amministrativa ex art. 2409 c.c. (che verta, segnatamente su: impiego del mutuo contratto con la Depfa Bank; stato dell’arte dei piani industriali, disattesi e riproposti; recupero delle dispersioni amministrative; oggetto e costo del contenzioso, negli ultimi cinque anni; analisi dei bilanci e dei conti correnti) e di pretendere azioni e atti trasparenti come richiesti dal nostro ordinamento alle società a partecipazione pubblica;
Chiediamo All’Ato4 e ai sindaci in seno alla Conferenza di deliberare, a mente dell’art. 154 comma 1 del D. Lgs. 152/2006 secondo cui “La tariffa costituisce il corrispettivo del SII ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito …”, il ricalcolo delle fatture relative ai periodi di mancata fruizione di acqua potabile previa significativa decurtazione, a titolo di ristoro per l’inadempimento contrattuale, delle somme non dovute per aver ricevuto fornitura di acqua grezza non utilizzabile per scopi igienico-alimentari.
Ritenendo che tale situazione configuri la violazione di diritti umani (sanciti dall’ONU e dalla Costituzione italiana, quale il diritto alla salute, l’accesso all’acqua potabile e il servizio di erogazione idrica, quale servizio pubblico essenziale), nonché un grave danno alla salute ambientale, oltre che economico, sicuri di un vostro sollecito interessamento, restiamo a disposizione per fornire documentazione e prove utili all’adozione di provvedimenti o a comunicazioni o interpellanze.