Paura anche in provincia di Latina, per l’assalto alla nave italiana “Remas”, avvenuto due notti fa nel bel mezzo del Golfo del Messico. A bordo dell’imbarcazione assaltata dai pirati, che hanno ferito due uomini dell’equipaggio, c’erano infatti tre marittimi di Gaeta: il comandante Giovanni Lupinelli, 34 anni, il primo ufficiale Alessandro Fiorenzano, 35 anni, e Alessandro Spinosa, 34 anni, un altro degli ufficiali di bordo.
Tutti fortunatamente illesi, nonostante il pericolo corso con l’irruzione del commando armato. Secondo le ricostruzioni composto da otto persone arrivate a bordo di due barche veloci e fuggite quasi a mani vuote: il raid ha fruttato ai pirati una catenina e un cellulare. Un bottino magrissimo valso una sparatoria lampo e il ferimento del 42enne di Ravenna Andrea Di Palma, attinto da un colpo di arma da fuoco a una gamba, e del 57enne di Molfetta Vincenzo Grosso, preso a bastonate al capo.
Tra i primi a prestare soccorso ai feriti e a dare notizia all’esterno dell’accaduto, proprio il gaetano Fiorenzano: “Pensavo di vivere in un film, mi sono trovato cosparso di sangue non mio. Con questo ragazzo a terra. Mi ha guardato e mi ha detto ‘mi hanno sparato'”, ha spiegato in un audio inviato a caldo tramite Whatsapp al comandante di rimorchiatore Gianluigi Spinosa, pubblicato in esclusiva da Repubblica. “Sono andato in cucina a prendere delle bende. Ho cercato di fermare il sangue con dei fili elettrici, del caricabatterie del telefono. Mi sono preso questo ragazzo ferito e me lo sono tenuto stretto stretto e gli dicevo ‘non ti preoccupare, ti hanno colpito alle gambe’”.
Ed ancora: “Hanno massacrato di botte un marinaio che stava di guardia. Hanno puntato le pistole in faccia alla gente”, ma “sono riuscito a dare l’allarme”, mentre “i pirati passavano dietro di me. Ma non mi hanno fatto nulla, forse hanno capito che stavo soccorrendo un ferito”.
La nave su cui erano a bordo Fiorenzano, Lupinelli e Alessandro Spinosa, appartenente alla compagnia Micoperi, si occupa del rifornimento per piattaforme petrolifere offshore. Trentacinque, quasi tutte italiane, le persone a bordo al momento dell’assalto dei predoni del mare.