Intimidazione con il fuoco a Bella Farnia, proposta una assemblea cittadina

Il rischio che dopo il clamore post intimidazione Annalisa Comandini resti isolata, c’è. Lei rappresenta un comitato di cittadini che nei mesi hanno riscontrato numero problemi all’interno del residence Bella Farnia Mare meglio conosciuto come ex Somal. C’è degrado e manca la sicurezza ma gli esposti fatti evidentemente hanno dato fastidio e la macchina di Annalisa è andata in fiamme. Sulla vicenda interviene l’associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione che chiede un ulteriore impegno per la tutela della rappresentante del comitato. “La mafia dei “buoni a prescindere” – si legge in una nota a firme del direttivo composto da Antonio Turri, Gianni Ciotti e Luigi Di Pace – colpisce a Sabaudia e minaccia con il fuoco una donna, Annalisa Comandini, che da sola, contro il disinteresse di pezzi delle Istituzioni, da anni, denuncia come la criminalità organizzata, sempre più assimilabile nei modus operandi, a quella mafiosa, gestisce un territorio e una consistente parte della comunità di lavoratori stranieri, (la numerosa popolazione indiana), che vive in tutto il Basso Lazio e nell’area dei Monti Lepini.

Grazie alle denunce scomode di Annalisa Comandini, vengono smascherati gli “struzzi” che si annidano in vasti settori dell’intellighenzia conformista, delle paludi pontine. Con analisi e conoscenze superficiali o peggio interessate, si tenta da anni di manipolare una realtà fatta di sfruttamento delle centinaia di lavoratori extra comunitari, solo in parte addebitabile ad alcuni datori di lavoro italiani spregiudicati e con vocazione delinquenziale. Spesse volte, come nel caso della “bidonville” di Bella Farnia, i cittadini di origine indiana vengono assoggettati ad un vero e proprio regime di omertà e controllo da parte di personaggi della stessa nazionalità, non solo attraverso la pratica criminale del caporalato gestito, non poche volte, dagli stessi immigrati. Sarebbe giusto domandare le ragioni per le quali sia stato possibile regolarizzare il soggiorno delle decine di immigrati indiani che vivono ammassati in pochi metri quadri nelle ex residenze estive di quel territorio. Per far cessare le pratiche illegali di sfruttamento di centinaia di Persone, oltre alle Istituzioni preposte, si dovrà agire con gli strumenti della denuncia e della protesta a disposizione dei cittadini, anche al fine di tutelare quanti, come nel caso, della signora Annalisa Comandini, non gettano la spugna innanzi i “boss” delle criminalità etniche che vanno organizzandosi su quei territori. Proponiamo quindi l’organizzazione di una assemblea cittadina sui temi in questione da tenersi nei prossimi giorni nella città di Sabaudia”.