Contrabbando di carburante, a Latina il centro degli affari criminali

Coinvolta anche la provincia di Latina nell’inchiesta della Procura di Trento denominata “Gasoline”, relativa al contrabbando di carburante che avrebbe portato a evadere un milione di euro.

Gli investigatori della squadra mobile, insieme al personale dell’Agenzia delle dogane, della Guardia di finanza e della polizia stradale, hanno eseguito oggi dieci misure cautelari, di cui 6 in carcere e 4 ai domiciliari, tra le province di Roma, Latina e Salerno, sequestrato 83.000 litri di carburante, 2 depositi petroliferi, di cui uno abusivo, motocicli, autocarri, 18 Rolex e decine di migliaia di euro in contanti.


La provincia di Latina sarebbe stata il centro delle attività illecite e al vertice dell’organizzazione criminale, secondo gli inqurenti, ci sarebbe stato proprio l’amministratore di una ditta pontina, specializzata nella vendita e distribuzione di carburanti, dove il combustibile veniva depositato.

In provincia di Latina il carburante al centro degli accertamenti sarebbe stato stoccato prima di rimetterlo in circolazione e portarlo ai diversi distributori disponibili all’acquisto.

Tutti gli arrestati sono accusati di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’accise sui carburanti impiegati per alimentare veicoli industriali.

Sequestrati poi due depositi, sempre a Latina, dove veniva stoccato il carburante, due motocicli, 5 autocarri, 3 semirimorchi, 7 autovetture, un camper, 55.000 euro in contanti, 18 Rolex, 83.000 litri di carburante, 2 depositi petroliferi, di cui uno abusivo, una villa abusiva, 8 anelli in oro con pietre preziose e 2 braccialetti sempre in oro.

Sequestrati infine tutti i conti correnti legati agli indagati e alle società coinvolte nell’inchiesta.

Le indagini sono iniziate nel settembre 2018, dopo un controllo nell’area di servizio di Nogaredo, sull’A22, da parte di una pattuglia della polizia stradale.

Gli investigatori hanno quindi scoperto un sistema illecito con cui trasferire gasolio in Italia dalla Polonia, eludendo il pagamento delle accise e attestando falsamente sulla documentazione di trasporto che non si trattava di carburante per autotrazione.

Un sistema che prevedeva l’acquisto nell’Europa dell’Est del gasolio, poi fatto entrare in Italia senza il necessario pagamento, grazie alla creazione di falsi documenti di trasporto, in cui si attestava appunto che fosse un prodotto lubrificante in transito in Italia con destinazione Malta e quindi non sottoposto al pagamento dell’imposta di consumo.

Una volta in Italia il combustibile veniva invece trasportato in un deposito temporaneo a Latina e poi portato in un altro deposito sempre nei pressi del capoluogo pontino, per la commercializzazione.

Gli investigatori hanno monitorato circa quaranta viaggi, con una frequenza di due volte a settimana.