La carovana del Teatro Bertolt Brecht torna dal Brasile, le foto

E’ di ritorno dal Brasile la carovana del Teatro Bertolt Brecht di Formia insieme agli altri “sognAttori” del progetto “Teatri Senza Frontiere” della rete nazionale di teatro per ragazzi “Utopia”.

Dal 15 settembre quindici giorni di spettacoli nelle scuole e nelle strutture di assistenza sociale tra le favelas di San Paolo, lamiere, case di cartone, grattacieli, nelle nuove “favelas di cemento” e le vecchie baracche. Tra le opere dell’associazione Menino Deus di padre Luigi Valentini, da 49 anni in Brasile al servizio dei bambini e degli ultimi, e i centri di assistenza per famiglie, donne sole, bambini, adolescenti, anziani amici dell’organizzazione.


Luoghi, asili nido, strutture che diventano isole di pace per i bambini soli mentre i genitori lavorano, per ragazzi con situazioni familiari difficili, il 70%, per giovani di strada, per anziani abbandonati. Si studia insieme, si mangia, si gioca, si prova a educarli e rieducarli e da dieci giorni si fa anche teatro. Erano in trecento ad assistere allo spettacolo finale “Il Diluvio” del laboratorio teatrale tenuto in questi giorni in una delle opere di Menino Deus, dieci giorni dove, nonostante la difficoltà della lingua, i ragazzi hanno sperimentato il linguaggio universale del teatro, la sua potenza comunicativa, la sua grande valenza didattica e pedagogica in situazione così complesse come la città di San Paolo tra voci, colori, samba ma anche miseria, violenza e droga.

“Quando realizziamo questi progetti è come se avessimo due valigie, una che riportiamo a casa e una che lasciamo. Quella che riportiamo è piena dei sorrisi dei bambini ma anche delle loro lacrime, di abbracci, sguardi, della miseria frutto di un’ingiustizia, di tanto credo che le persone che abbiamo incontrato hanno messo per poter proteggere gli ultimi della terra, i bambini delle favelas. Quella che lasciamo a loro è una valigia piena della nostra e sperienza, quella di poter fare laboratori che permette di lasciare la traccia di una possibilità: attraverso il teatro possiamo conoscere noi stessi, i nostri sogni”, afferma Maurizio Stammati.