“Non ce la beviamo più l’emergenza! Nei giorni scorsi, il Tavolo permanente provinciale, che comprende Sindaci, Prefetto ed Acqualatina, avviato nel 2017 a seguito dell’ emergenza idrica, ha espresso la preoccupazione che il comprensorio , nelle prossime settimane, sia a rischio penuria di acqua potabile.
Non ci meravigliano queste preoccupazioni, le vicende delle precedenti estate non hanno evidentemente insegnato niente. Con le solite litanie – la scarsa piovosità degli ultimi mesi, i soliti piani di emergenza – si cerca di tranquillizzare i cittadini, pardon i clienti. Ma dietro le enunciazioni, poco”. Lo scrivono, in una nota a nome dell’associazione ‘La Barba di Giove’, Beniamino Gallinaro e Mariarita Manzo.
“Dal 2016 diversi sono stati i piani e gli interventi messi in campo o annunciati che avrebbero dovuto risolvere definitivamente questa emergenza. Ben poco sappiamo di quel che è stato fatto. L’informazione e la trasparenza sono affidati a laconici comunicati stampa.
Avevamo a suo tempo criticato alcuni degli interventi previsti per il superamento dell’emergenza idrica, quali la condotta che collega Cellole a Minturno, un’opera dispendiosa e poco utile e avevamo espresso un giudizio critico anche sui pozzi dell’Acerbara per la possibile ingressione di acqua marina. A tal proposito, sempre dallo scarno comunicato di qualche giorno fa, traspare che i pozzi pur scavati, non sono stati finora utilizzati con grave dispendio delle risorse economiche che erano state stanziate.
Siamo nel solco della shock economy, si crea o accade un’emergenza e la proposta pronta è accrescere il business. Avevamo sempre evidenziato che la principale opera fosse il recupero della dispersione idrica che nel 2018, ammontava al 72%, nel 2017 eravamo al 70%, nel 2010 al 63% dell’acqua immessa in rete. I dati sono tratti dai rapporti informativi di Acqualatina.
E’ in questo 72% che si evidenzia il fallimento di Acqualatina. Il dato della dispersione è composto da acqua non fatturata (evasione, acqua non fatturata) e da perdite fisiche.
Se andiamo ad analizzare la percentuale di perdite fisiche durante l’adduzione e la distribuzione arriviamo al 45%. Quasi la metà dell’acqua immessa in rete viene persa. E questo 45% ci accompagna da anni nei rapporti informativi di Acqualatina. Una ulteriore prova che poco o niente è stato fatto per il recupero della dispersione fisica, al di là dei proclami dei vari piani di emergenza.
Siamo al paradosso: per queste perdite il nostro comprensorio, soprattutto d’estate, è al di sotto dello standard idrico pro capite previsto dal Piano Regolatore delle Acque.
La principale opera pubblica, lo ribadiamo, è il recupero delle reti di adduzione e distribuzione. Sarebbe utile sapere quanto è stato fatto in questo senso e quanto è stato investito…
La conferenza dei sindaci dovrebbe intervenire con forza nella proposizione di nuovi investimenti in tal senso e dovrebbe costantemente far sentire il fiato sul collo ad Acqualatina.
Chiudiamo rivolgendoci ai Sindaci: ma la ripubblicizzazione del ciclo dell’acqua è scomparsa dall’orizzonte della politica? Quali azioni vogliono mettere in campo per renderla credibile, hanno una strategia? La ripubblicizzazione è un problema solo dei Sindaci o ha bisogno dell’apporto e della partecipazione di associazioni e cittadini? Amministrazioni aperte e trasparenti dovrebbero coinvolgere i cittadini nelle proprie scelte”.