Il futuro delle missioni sulla Luna: il Rotary Club di Latina incontra lo scienziato Enrico Flamini

Un viaggio verso il futuro avendo negli occhi le immagini dell’allunaggio di 50 anni fa. E’ l’avventura proposta dal professor Enrico Flamini, nel corso dell’incontro organizzato dal Rotary Club di Latina, presieduto da Alessandro Saieva.

Flamini, laureato in Fisica presso l’Università di Roma “La Sapienza” con una tesi sperimentale sull’analisi di campioni di materiale lunare, attualmente è il Chief Scientist dell’Agenzia Spaziale Italiana.


Professore a contratto del corso di “Solar System Exploration” presso il Dipartimento di Geologia ed Ingegneria dell’Università di Chieti-Pescara e rappresentante italiano in molti board internazionali di scienza ed esplorazione tra cui lo Science Programma Committee e Earth Observation Program Board dell’ESA, Flamini nel 2001 ha ricevuto la Medaglia d’oro della NASA per “Exceptional Public Service” e nel 2016 è stato insignito dell’onorificenza di Officier de l’Ordre du Merit della Repubblica Francese. La IAU ha dato il suo nome all’asteroide 18099-Flamini.

«L’interesse per un nuovo sbarco dell’uomo sulla Luna si è riacceso – ha anticipato lo scienziato italiano – e questa volta a mettere per prima il piede sul satellite sarà probabilmente una donna». Se cinquant’anni fa fu la guerra fredda tra Stati Uniti e Russia a fare da propulsore all’immenso sforzo economico e scientifico che portò l’uomo sulla Luna, oggi a riaccendere i riflettori sulle nuove missioni lunari è la competizione commerciale, e non solo, con la Cina che sulla Luna. «Va ricordato che il nostro satellite è ricco di terre rare, elementi che seppure in quantità microscopica, sono presenti in tutti i devices dell’attuale tecnologica – ha spiegato Flamini – un interesse che porterà alla realizzazione di basi sulla Luna, la cui costruzione riporterà l’uomo alle sue origini. Gli avamposti terrestri sulla Luna, per vari motivi tra cui la principale è la schermatura dalla radiazioni, saranno realizzate infatti all’interno delle immense caverne di cui è ricca la superficie lunare». Ma il futuro prossimo della ricerca spaziale va oltre. L’attuale stazione spaziale, è ormai prossima ad esaurire il suo compito: «Ne sarà realizzata una nuova versione, orbitante intorno al satellite, che sarà il punto di partenza per le missioni verso Marte».

«Una prospettiva – ha concluso lo scienziato ospite del Rotary Club di Latina – che oggi possiamo realizzare grazie a chi 50 anni fa ha avuto la visione, la forza e il coraggio per arrivare sulla Luna, affrontando missioni ad altissimo rischio. Uomini che meritano la definizione di eroi del nostro tempo».