Nella giornata odierna militari del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale (Nipaaf) del Grippo Carabinieri Forestale di Latina hanno eseguito il provvedimento di sequestro preventivo del fabbricato (985 metro quadrati) di collegamento tra i due fabbricati originari e funzionale ad un complesso commerciale situato in via Piave, a Latina.
Nello specifico il provvedimento, emesso dal Gip Giorgia Castriota si richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, non interessa i fabbricati dove si svolge l’attività commerciale, ma riguarda il tunnel di collegamento dei medesimi.
Il tunnel in questione è stato realizzato per una prima parte con una Dia datata 15 ottobre 2010 e con una successiva variante del 17 dicembre 2010, con la quale veniva autorizzata in aderenza al fabbricato principale una tettoia in ferra di 480 metri quadrati, che consentiva il collegamento interno tra i due fabbricati preesistenti aventi destinazione commerciale (legittimata da precedenti concessioni in sanatoria).
Successivamente, in data 9 settembre 2014, veniva rilasciato un permesso a costruire per l’ulteriore ampliamento della tettoia esistente, attraverso la realizzazione ex novo di ulteriori due porzioni di tettoia per complessivi 415 metri quadrati, coinvolgendo un’area avente destinazione produttiva.
Nell’area interessata dagli interventi edilizi è ammessa esclusivamente la costruzione di edifici ed impianti al servizio della piccola industria ed artigianato.
“Occorre precisare che la contestazione relativa all’aver realizzato tali interventi di natura commerciale su un’area produttiva non veniva condivisa né dal Tribunale del Riesame d Latina e né dalla Suprema Corte di Cassazione, con la conseguente revoca del primo sequestro, eseguito in data 22 marzo 2018, in quanto veniva reputato che il sito in questione avesse ormai acquisito una destinazione commerciale per effetto di precedenti titoli a sanatoria rilasciati in conformità della legge regionale n.33/99, articolo 22.
L’attuale contestazione che ha portato al sequestro bis afferisce, a prescindere dalla destinazione urbanistica dell’area, all’aumento di volumetria (3360 metri quadrati) realizzata mediante la chiusura di tutti i lati delle parti di tettoia tramite vetrate e pannelli in plastica, chiusura considerata in evidente difformità ai titoli edificatori rilasciati, che invece autorizzavano solo aumenti di superficie (tettoie).